INTROBIO – Di recente Elide Codega, la sindaca di Premana (paese la cui cultura degli alpeggi è nota) ha ribadito l’espresso divieto ai residenti di recarsi nelle proprie baite; un gesto forte, soprattutto alla vigilia di una di quelle festività che richiamano praticamente tutti i premanesi ai loro amati luoghi in quota.

Diverso l’atteggiamento di Introbio, che con una ordinanza apparentemente “repressiva” in materia di spostamenti durante l’epidemia – se intesa in linea generale -, sostanzialmente liberalizza l’accesso alle baite.

E si parla di centinaia di piccole e piccolissime strutture sparse specie nella Val Biandino, dove gli introbiesi ora possono recarsi “da ordinanza” con una scusa molto banale quanto ‘larga’ (per le maglie attraverso le quali ci si può infilare, interpretando l”avviso firmato dal sindaco Adriano Airoldi).

Eccone il testo (evidenziato il passaggio specifico):

Più di un lettore, di Introbio ma anche a Premana, ci ha segnalato lo “sgamo”: quella frase sulla possibilità di recarsi in baita “per l’esclusiva verifica dello stato di fatto” apre le porte a tutti per andarci, con la scusa di controllare gli impianti o i misteriosi “eventuali danneggiamenti”.

“Adesso sono curioso di vedere i rigorosi controlli di vigili o altri corpi di Polizia – ironizza un premanese che ci ha contattati via e mail – e soprattutto come si potrà smentire queste VERIFICHE DELLO STATO DI FATTO…“.

Ironia a parte, è curioso l’atteggiamento del tutto diverso di due Comuni confinanti e con situazioni piuttosto simili – che trattano la materia sostanzialmente all’opposto: stringendo le maglie su una tradizione antica e consolidata a Premana e permettendo surrettiziamente le gite in baita nella vicina Introbio.

RedVN

 

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In copertina immagine di repertorio