CASO SORCÀ, NUOVO CAPITOLO: BARZIO CONTRO IL RICORSO DEI PROPRIETARI



BARZIO – Ricorda un po’, per quantità di passaggi e relative spese delle parti, la lunga e inesplicabile vicenda dello scontro fra i Comuni contigui di Moggio e Cassina Valsassina.

Ma qui la controversia non è tra due enti pubblici, essendo protagonisti un municipio (quello di Barzio) e una famiglia – proprietaria della ‘contestata’ villa in località Sorcà.

Vicenda incredibile anche quest’ultima, che non finisce di conoscere aggiornamenti e sorprese.

L’immobile era stato costruito da un’impresa locale per una famiglia milanese ma la villa era risultata “fuori dimensione” e dunque contestata a suon di carte da bollo da un vicino di casa, il barziese Martino Gargenti. Superato il ventennio di conflitti nei tribunali di mezza Italia, l’ultima sentenza del Consiglio di Stato ha respingto il ricorso per revocazione avanzato dai proprietari Andrea Giuseppe Comaschi e Maria Rigoldi contro Gargenti e il Comune di Barzio.

I ricorrenti chiedevano la revoca della sentenza dello stesso Consiglio di Stato, che nel 2014 aveva accolto l’appello del vicino, ritenendo che l’opera fosse “in contrasto con le norme edilizie urbanistiche locali quanto all’altezza, al volume, alla valutazione del muro di contenimento” (e pende sull’immobile una relativa ordinanza di demolizione).

Finita qui? Macché. La coppia milanese ha fatto un nuovo ricorso, questa volta al TAR della Lombardia, proprio per l’annullamento dell’ordinanza comunale n. 1 del 2015 di “rimozione, demolizione e rimessa in pristino dei luoghi
per l’intervento eseguito in base a permesso di costruire annullato, ai sensi dell’articolo 38 del testo unico edilizia”.

Il tutto, mentre a Palazzo Manzoni passavano varie amministrazioni comunali. L’ultima in carica (quella di Arrigoni Battaia) ha dunque ritenuto necessario che il municipio si costituisca in giudizio per far valere le proprie ragioni e ha nominare per la difesa del Comune nella controversia l’avvocato Claudio Linzola, con studio a Milano – “ben a conoscenza della complessa situazione e della materia del contendere”.

In attesa della ipotetica conclusione di questa “storia infinita” (nella quale è rimasto coinvolto anche il costruttore), si può stimare che tra legali e impegno di corti diverse, le parti abbiano già investito la bellezza di 400mila euro. Di questi, già 65mila circa sono a carico del Comune di Barzio – l’ente che, molti anni fa – autorizzò in modo evidentemente sbagliato nella forma il progetto edilizio poi contestato da Gargenti.

Per colpa di quella scelta, il municipio è stato costretto fino a oggi a pagare con soldi pubblici l’assistenza legale su quella che sembrerebbe una controversia privata ma purtroppo tira in ballo anche il municipio – ovvero i contribuenti del paese.

RedBar

 

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