INTROBIO – Massima prudenza, tante spese ma anche una ventina di volontari in più. Così il Soccorso Centro Valsassina ha superato la fase più critica della pandemia riuscendo a garantire il servizio sanitario alla cittadinanza e, cosa ancor più importante, senza registrare alcun caso di contagio tra i propri soci.
“A marzo, ai primi sentori che l’emergenza potesse travolgere anche il nostro territorio e senza attendere direttive superiori, abbiamo subito deciso di mettere la sicurezza dei volontari davanti a ogni cosa – spiega il presidente Ambrogio Canepari – dotando tutto il personale dei famosi Dpi, creando una “area sporca” all’esterno della sede e preoccupandoci di sanificare i mezzi dopo ogni intervento”. Quanto successo nelle settimane successive ha dato ragione all’atteggiamento accorto dei valsassinesi ed esser riusciti a non aver avuto contagi tra i proprio volontari in servizio deve essere un vanto per tutto il gruppo.
Col tempo reperire mascherine, guanti, camici e prodotti igienizzanti è diventato più difficile: “Molto più delle chirurgiche avevamo bisogno di maschere FFP2 o FFP3, con le quali dotare equipaggi in ambulanza ma anche autisti di servizi secondari, e poi le tute che indossiamo non sono quelle da imbianchino ma, sebbene assomiglino, sono fatte in materiali antibatterici” spiega ancora Canepari. Preziosa in questo si è rivelata la collaborazione dei fornitori di fiducia, delle altre associazioni con le quali poter ordinare quantitativi all’ingrosso, senza dimenticare negozi specializzati anche nel nostro territorio.
Oltre all’abito dei volontari, a Sceregalli sono cambiate anche le prassi. Dopo ogni servizio ambulanza ed equipaggio sono considerati “sporchi”, dunque prima di entrare nell’edificio è stata istituita un’area in cui svestirsi dai Dpi e disinfettarsi. All’ambulanza pensa invece una squadra creata ad hoc che si occupa di sanificare completamente il veicolo, un’operazione che richiede 45/50 minuti. A questo scopo il Soccorso Centro Valsassina ha acquistato una macchina ad ozono capace di sanificare gli ambienti al 99%, e muoversi in anticipo è stata la scelta azzeccata perché pochi giorni dopo l’azienda produttrice è stata precettata dalla Protezione civile e tutti i macchinari tenuti a disposizione delle necessità del Dipartimento.
Accanto a tutto ciò la generosità dei valsassinesi non ha mai abbandonato l’Scv: “Iniziare il turno trovando in sede vassoi di brioches e biscotti o uova di pasqua da scartare ha tenuto alto il morale anche nelle giornate più difficili” rivelano dall’associazione. “Inoltre – prosegue il presidente – è doveroso ringraziare chi ci continua a sostenere con contributi economici: ho ricevuto tante telefonate di nostri compaesani disposti a darci una mano, un sostenitore ci ha anche girato un bonifico dall’estero. Piccoli o grandi che siano, ogni goccia fa il mare e con l’aiuto di tutti possiamo mantenere alti i livelli di igiene e sicurezza” commenta Canepari senza nascondere di essere fiducioso in vista della raccolta del 5×1000.
Di questi mesi atipici il Soccorso Centro Valsassina può raccontare anche di un altro segno di vicinanza e disponibilità: un bell’incremento di soci. Per sgravare dai compiti “civili” il personale dei servizi di emergenza si è mostrato fondamentale l’aiuto dei trenta volontari “arruolati” a inizio anno per il servizio di autista della guardia medica, ai quali proprio nelle settimane della pandemia si sono aggiunte altre venti persone.
“A fronte di qualche giusta preoccupazione, di un impegno maggiore e di spese importanti – concludono i volontari di Introbio – ci teniamo a far arrivare il nostro ringraziamento a una Valle che continua a darci tanto“.
Cesare Canepari