VALSASSINA – Una gioia per qualcuno, un impegno per i diretti interessanti ma almeno una boccata di ossigeno per le tante aziende rimaste necessariamente chiuse nel periodo di più stretto lockdown da Coronavirus: riaprono (possono farlo, almeno) le attività di ristorazione, tra queste nel nostro territorio una parte significativa è rappresentata dagli agriturismi – che nel momento peggiore hanno provveduto – quelli in grado di farlo – a recapitare a domicilio i loro prodotti.
Adesso la ripresa è attesa ma “complessa”. Un sacco di burocrazia, strettamente connessa all’aspetto rilevante della sicurezza, a pandemia ancora in corso.
> La dichiarazione per ristorazione (fonte: Confagricoltura)
Moduli, dichiarazioni, avvisi, misurazioni, distanziamento interpersonale di almeno un metro di separazione… Gli addetti del settore devono districarsi in un ginepraio di adempimenti non semplice ma, come dire, necessario. Sotto, uno dei cartelli da esporre nei locali pubblici, con le principali prescrizioni per la categoria:
Dichiarazioni della presenza di minori di 6 anni e persone non autosufficienti (“si consiglia alle aziende di trasmettere già via mail, all’atto della prenotazione, tale modulo, in modo da poter predisporre i tavoli secondo quanto previsto dalla normativa”), moduli di autodichiarazione – documenti questi che valgono come registrazione delle prenotazioni per 14 giorni, come previsto dalla normativa, la obbligatoria cartellonistica di Regione Lombardia da apporre nei locali e quant’altro. Più la misurazione della temperatura a tutti i frequentatori delle attività di ristorazione.
E altro ancora.
Con un dubbio ulteriore: ma alla fine, i clienti arriveranno?
Uno degli operatori del settore, Fabrizio Rovati del ‘Gulliver‘ di Vendrogno, ci risponde così:
“Domenica riapriamo, onestamente non ne eravamo convintissimi ma ci ha chiamato una comitiva di motociclisti, insistendo un po’. Quindi apertura con tutte le indicazioni di legge da dopodomani, ma già per stasera c’era chi chiedeva di prenotare“.
Barbara Spazzadeschi (Tashi Delek Café di Casargo e Shambalà a Giumello) racconta di riaperture da questa settimana, fin da lunedì.
La gente sembra aver voglia di ritornare alla normalità, ristorazione compresa? “Allora: sì e no… qualcuno è ancora timoroso, comunque tutti educati e soprattutto chiedono come comportarsi. Non nascondo che mercoledì mattina quando ho alzato le serrande del bar ero un po’ nervosa, ma la collaborazione dei clienti è stata fondamentale: tutti con la mascherina. Ci sono già tanti arrivi, inteso come villeggianti e turisti – prevedo un’autentica ‘invasione’ nel week end…“.
“Felice di aver riaperto – commenta un altro ristoratore della Valle -, giornate più lunghe, lente, un pochino vuote, ma tutti i clienti ligi, rispettosi delle regole, educati….per fortuna! Mi sento purtroppo molto invadente quando devo provare la temperatura ai clienti che si accomodano ai tavoli“. Gli fa eco un collega: “La soddisfazione di vedere la faccia dei clienti quando bevono il loro primo caffè o cappuccio dopo tanto tempo…“.
Infine il racconto di un ultimo operatore commerciale: “Bene dai, pensavo peggio! Clienti gentili e rispettosi, si parla solo di Coronavirus“.
RedEco