Oggi la Liturgia celebra la festa della Ss. Trinità. “Io sono colui che sono”: è il nome con il quale Dio si rivela a Mosè e che ci fa intuire l’assolutezza di Dio: Egli è sempre oltre quello che possiamo conoscere di Lui.
“Togliti i calzari, perché il luogo sul quale stai è luogo santo”: è il comportamento che Dio chiede a Mosè per stare alla sua presenza e che dice come l’atteggiamento adeguato davanti alla infinita grandezza di Dio è l’adorazione.
E’ l’atteggiamento principale davanti a Dio espresso in ogni religione; basti pensare al modo di pregare dei musulmani, nel quale però, oltre all’adorazione, si può nascondere anche un sentimento di paura e di servilismo.
Nella seconda lettura, Paolo dice che lo Spirito che ci è dato non è per farci ricadere nella paura, ma, costituendoci come figlie e non come schiavi, ci permette di rivolgerci a Dio chiamandolo Padre.
Nel Vangelo, Gesù parla dell’unità profonda fra il Padre e lui: “Tutto quello che il Padre possiede è mio”, e dell’unità fra lo Spirito e lui: “prenderà del mio e ve lo annunzierà”, e come in questa unità profonda che c’è in Dio, Dio vuole accogliere anche noi, non come servi, ma come figli.
Come non rimanere stupiti davanti a questa volontà di Dio?
Ma com’è l’adorazione che Dio ci domanda?
Diverse persone nel Vangelo si sono prostrate davanti a Gesù, ma poi è stato Lui ad inginocchiarsi davanti agli apostoli per lavare loro i piedi: “come ho fatto io, così fate anche voi”.
L’adorazione che Dio ci chiede non è solo il piegare le ginocchia davanti a Lui, ma, animati dal suo stesso amore, saperci fare servi dei nostri fratelli.
Dice ancora Gesù: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lo Spirito, vi guiderà alla verità tutta intera”.
Non sono tanto le verità dottrinali, ma la persona stessa di Gesù, che richiede una certa progressione per conoscerla e per seguirla.
Questo vuol dire andare avanti con fiducia e pazienza.
Ci incoraggia pensare che tutta la nostra vita personale, anche se semplice, la vita delle nostre famiglie, quella dei nostri diversi impegni, tutto sia sotto lo sguardo amorevole di Dio.
Come dice una preghiera: “Concedici di camminare nella giustizia sotto il tuo sguardo, fiduciosi nel tuo amore di Padre”.
Don Gabriele
vicario parrocchiale