LA SAGRA SUL FILO DEL RASOIO: STOP ALLE FIERE. MA SOLO FINO AL 14 LUGLIO. PUCCI CERESA: “VORREI VIVERE IN UN PAESE NORMALE…”



BARZIO – Conto alla rovescia, come nel migliore dei film del genere “thriller”, per la Sagra delle Sagre edizione 2020, teoricamente in calendario per agosto di quest’anno.

Però qui non siamo in una pellicola da goderci al cinema o sul divano, magari dal lieto fine già scritto. Tutt’altro. La realtà autentica parla di aziende in attesa, decine se non centinaia di persone e posti di lavoro – pur se stagionali – in bilico, grosse cifre in ballo (le oltre 40mila sagre organizzate in Italia fatturano ogni anno circa 600 milioni di euro).

E a proposito di danze, fa impressione il balletto” delle notizie che riguardano lo sblocco di fiere e appunto sagre, roba da far venire un colpo anche ai soggetti più freddi e misurati.

‘Pucci‘ Ceresa, il patron della Sagra delle Sagre, è critico e amareggiato: “Il 9 nella conferenza Stato-Regioni allentavano le misure su fiere e Sagre, ieri Conte esce con questa linea, fatto salvo ai territori di valutare…“.

La linea di Conte è sintetizzata in questo articolo della pagina specializzata Guidaviaggi.it: “Fino al 14 luglio niente fiere e congressi “e ferme anche le discoteche”. Lo scopriamo in anteprima nel Dpcm che tutti sapevano sarebbe stato siglato  dal premier Giuseppe Conte. Slitta quindi dal 15 giugno alla metà di luglio la riapertura”.

Come dire: a oggi 12 giugno ovvero a meno di due mesi al taglio del nastro, la Sagra è “in sospeso”.

Non basta. Qualora si potessero realizzare fiere, sagre e altri eventi pubblici di massa andrà sempre assicurato il famoso “metro di sicurezza” e andranno automatizzati i sistemi di prenotazione e di registrazione degli ingressi. Inoltre, pur rispettando la privacy si dovrà tenere un complicato “registro delle presenze“, per 14 giorni. Una macchina complessa che muove economia, turismo, affari, occupazione, sta in attesa di un ennesimo colpo di scena.

Prima sembrava difficile poterla realizzare, con l’epidemia che infuriava mietendo morti. Poi la discesa del virus, le prime aperture e infine come detto quel filo di speranza citato da Ceresa. Adesso un passo indietro. Ma come sempre in Italia “non definitivo”.

Con prudenza, in conclusione chiediamo allora allo stesso Pucci un suo parere sulla situazione…
Un commento? Vorrei vivere in un paese normale“.

RedEco

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