INTROBIO – Una macabra scoperta ha sconvolto il Centro Valle nel 1909. Il ritrovamento del cadavere di un uomo fatto a pezzi ad Introbio ha sorpreso perfino il cronista del Corriere della Sera che nel pezzo intitolato “Il mistero dell’uomo fatto a pezzi“ scrive che in Valsassina, “un posto dove si dovrebbe respingere ogni ipotesi delittuosa per salvaguardare la rude onestà degli abitanti contro un nemico occulto”, non era credibile che succedessero certe cose.
Invece, la cronaca di quegli anni ci dice che il fatto è successo eccome. I resti di un uomo sono stati ritrovati ai piedi della cascata della Troggia. I dettagli del ritrovamento sono veramente macabri, si parla di costole frantumate, gambe scarnificate e membra mancanti.
Diverse le ipotesi che provano a spiegare la morte dello sconosciuto: si parla di un furto e una reazione dello sfortunato dopo la fiera di San Pietro, visto che vicino al corpo smembrato è stato ritrovato un portafoglio vuoto. “Forse fu per la disperata difesa del suo denaro che l’uomo fu prima scannato e poi gettato nel fondo del burrone” spiega il cronista, ipotizzando che il corpo appartenesse a un negoziante della fiera.
C’è anche una seconda ipotesi ed è quella che il morto fosse un ciclista (per via della molletta da ciclista trovata nei suoi pantaloni) che in un raptus di follia si sarebbe buttato giù dal burrone. Questa tesi però fu smentita dagli inquirenti, che ai tempi puntarono su una terza e più credibile teoria: potrebbe essersi trattato di una vittima dei contrabbandieri.
Infatti, ai tempi in Valsassina i contrabbandieri erano all’ordine del giorno, nascondendosi nei boschi, sparando e uccidendo chi si trovasse nei paraggi durante la notte. “Lo sconosciuto sicuramente ebbe la sventura di trovarsi sul loro cammino” spiegano al Corriere.
Dunque, quello del 1909 sarebbe stato proprio un delitto atroce e la vittima sarebbe stata uccisa a Introbio, smembrata e gettata nella cascata della Troggia.
Il morto, secondo gli inquirenti era un giovane di bassa statura, biondo e tarchiato. La cosa inquietante è che nello stesso torrente, otto anni prima fu rinvenuta la gamba di una donna mentre le altre parti del corpo non vennero mai ritrovate.
Il pezzo del Corriere si chiude con una “cartolina” dalla Valsassina, anzi, dalle donne di Introbio che da quel giorno (ritrovamento della gamba femminile) avrebbero guardato con un occhio sospettoso il torrente e non si sarebbero fermate a lungo sulle sponde a raccogliere fasci di legna, per timore di “suscitarne l’ira mostruosa”.
F.M.