CON IL CORTENOVA CAMP I BIMBI VALSASSINESI SCACCIANO LA PAURA DEL COVID



CORTENOVA – Un Footbal Camp 2020, giunto alla settima edizione, organizzato dalla ASD Polisport (che lo cura da tre anni) per conto del CSC Cortenova in collaborazione con l’amministrazione comunale sta riscuotendo un grande successo tra i bambini valsassinesi -consentendo loro di tornare a praticare lo sport preferito dopo i mesi traumatici del lockdown che li ha allontanati da amici e squadra, concludendo anzitempo i campionati e gli allenamenti.

Il Camp, organizzato nel rispetto delle normative anti Covid19 e successive modifiche, ha riportato a giocare a calcio e fare attività motoria tanti bimbi: qualcuno rimato un po’ traumatizzato, qualcuno che aveva perso la voglia di giocare, come spiega Andrea Alborghetti il responsabile della Polisporti (per il Cortenova il referente è Silvio Galperti): “Ci siamo dovuti uniformare alle direttive richieste sia in termini di spazi e normative che sono stati aggiornate più volte dal 15 giugno, nella prima settimana ci siamo accorti che i bambini sono rimasti un po’ segnati dalla pandemia risultando molto rispettosi delle regole della mascherina e dell’igienizzazione delle mani capendo bene come e quando utilizzarli. A livello fisico i bambini nei primi due o tre giorni risultavano anche molto stanchi, forse perché non arrivando da un’attività sportiva continuativa di gioco all’aria aperta con i coetanei li ha condizionati anche fisicamente”.

“Anche se purtroppo non possiamo fare le attività che gli altri anni abbiamo fatto, abbiamo trovato dei compromessi per tenere alto il divertimento e la componente sociale e motoria del Camp. Abbiamo raccolto grande apprezzamento oltre che dai bambini anche dai genitori, tanto che contiamo di arriva a quasi 120 iscritti nelle 4 settimane. L’attività in campo viene fatta con tutti laureati in scienze motorie che hanno il patentino federale FIGC. Oltre al calcio facciamo sport multidisciplinari che vengono svolti lontano dal terreno di gioco sempre nel rispetto dei canoni del distanziamento sociale, igienizzazione e mascherine.”

“Rispettiamo anche le suddivisioni in gruppi dei bambini che nell’ultimo protocollo sono diventate meno rigide. – conclude Alborghetti – Abbiamo rispettato le regole sempre in modo chiaro e preciso restando fedeli alle capienze dei gruppi richiesti. Non abbiamo potuto purtroppo fare iscrivere i bambini di 5 anni perché il rapporto 1 a 5 ci impossibilitava ad organizzare l’attività in campo in modo adeguato a questa fascia di età”.

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