CENTRO FONDO BOBBIO, OGGI LA RESTITUZIONE AL COMUNE. ZAPPA (GESTORE): “CI ERAVAMO ILLUSI CHE IL BUONSENSO PREVALESSE”



BARZIO – La diatriba tra i gestori del Centro Fondo dei Piani di Bobbio e l’amministrazione (odierna) del Comune di Barzio è giunta al punto estremo: come riferito da VN qualche giorno fa infatti i rapporti si sono rotti e la vicenda della ricostruzione della struttura andata a fuoco nel 2017 finirà in tribunale – mentre la Trifoglio srl riconsegnerà formalmente le chiavi del Centro alle 11 di oggi.

Dopo ben 17 anni dunque si interrompe una gestione proficua e appassionata, che non è venuta meno neanche dopo la distruzione dell’edificio con l’incendio avvenuto il 4 marzo di tre anni fa. Proprio gli sviluppi del restauro e una serie di interpretazioni difformi hanno “irrigidito” le parti, fino all’acceso scontro andato in scena la scorsa settimana, culminato con la disdetta del contratto da parte della Trifoglio.

Doveva e avrebbe potuto andare diversamente se si fosse seguito il percorso intrapreso ai tempi della ricostruzione e cristallizzato da delibere comunali regolarmente pubblicate all’albo pretorio e mai impugnate nei termini di legge” dichiara oggi Vittorio Zappa, titolare della società che ha gestito il Centro Fondo per quasi un ventennio.

Ai cittadini barziesi non è mai stato nascosto nulla; le delibere, proprio perché legittimamente pubblicate hanno rappresentato patrimonio comune per una condivisa valorizzazione di un bene pubblico. La soluzione quindi era sicuramente la meno costosa nell’interesse dei cittadini. Sarebbe stato sufficiente – rincara Zappa – che l’attuale amministrazione istituisse una semplice commissione tecnica di verifica degli interventi effettuati  come richiesto  insistentemente dalla Trifoglio srl e come condiviso da alcuni autorevoli esponenti della attuale amministrazione. La negoziazione richiesta dalla società aveva la sola finalità di assicurare nella maniera più trasparente possibile una soluzione di buon senso, garantendo le legittime prerogative di entrambe le parti”.

Ma non è andata così… ”In questi dieci mesi le abbiamo provate tutte: è inequivocabile che la società, subentrando al credito dell’amministrazione dopo l’incendio del marzo 2017, causato da un vizio occulto di costruzione e quindi ascrivibile alla proprietà, risulti fortemente danneggiata. Infatti come più volte eccepito in tutte le sedi la copertura assicurativa stipulata dal Comune non era idonea a garantire tutti i danni causati al gestore dall’incendio“.

Sindaci di oggi e ieri

Quindi come è andata? “Il Comune non aveva le disponibilità economiche e non avrebbe mai potuto ricostruire il Centro Fondo riadeguandolo alle normative vigenti, ma questo risultava indispensabile per ottenere l’agibilità.Venne quindi condiviso un percorso di ricostruzione con l’amministrazione dell’allora sindaco Andrea Ferrari, studiato principalmente a tutela della struttura e di tutti i lavoratori stabilmente assunti al Centro Fondo“.

Ci eravamo illusi che prevalesse il buonsenso – considera amareggiato Vittorio Zappa – sarebbe stato sufficiente tenere in considerazione le pratiche depositate presso l’ufficio tecnico del Comune per risolvere in maniera celere e legittima la questione. Purtroppo non è stato tenuto in considerazione che la Gestione della Trifoglio è sempre stata di fatto disponibile e attenta alle esigenze dei fondisti e di tutti i frequentatori del comprensorio, dal lontano 2003 al passaggio di diverse amministrazioni con le quali ha sempre avuto un rapporto costruttivo e indirizzato al servizio della società e dell’ospitalità ai Piani di Bobbio. La gestione infatti è stata improntata da sempre a garantire un servizio pubblico, sia nei confronti dell’associazione dei fondisti dello Sci club Comunità Montana Valsassina che la società ha sempre ospitato disponibilmente e gratuitamente, così come nei confronti degli ospiti mettendo a disposizione i servizi igienici – che ai Piani di Bobbio con i problemi annosi di acqua e delle fognature costituiscono un grave onere da sopportare. Anche il servizio di ristorazione era modulato per ospitare e assorbire un buon numero di fruitori con più punti di somministrazione (le dimensioni erano notevoli)“.

E nonostante la struttura sia stata realizzata in maniera assai limitativa rispetto alle necessità del servizio di ristorazione da erogare -aggiunge il gestore – la Trifoglio, a suo esclusivo onere e con soluzioni tecniche temporanee assai costose, è riuscita a sopperire alla mancanza dei requisiti necessari per rispettare le prescrizioni di legge. L’acquisto infatti di ulteriori punti di confezionamento dei pasti e di numerose celle frigorifere per lo stoccaggio di alimenti, nonché di ben due strutture self service (tutto, ricordo, di proprietà della Trifoglio) hanno reso possibile fino ad oggi l’erogazione di un servizio adeguato per l’utenza e in linea con le normative, che negli anni abbiamo sempre puntualmente rispettato come certificato dai controlli degli organi competenti“.

Non possiamo quindi più accettare ambiguità o peggio dubbi – conclude Zappa – non esiste “polvere sotto il tappeto e dunque la parola passa ora a chi può fare autorevolmente luce e chiarezza nella tutela dell‘interesse dei cittadini”.

Come dire, ci si sposta dai Piani di Bobbio alle aule del tribunale di Lecco.
Non esattamente il finale migliore di una bella storia durata 17 anni.

RedBar

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