MARGNO – Sabato scorso la tragedia di Margno ha lasciato sgomento e tristezza in tutti quanti. Fatti terribili che in molti pensavano non avessero precedenti, ma purtroppo la storia ci insegna che non è così. Proprio a Margno, nel mese di luglio del 1984 un padre sparò ai suoi figli per poi uccidersi con un colpo di pistola alla tempia.
Secondo quanto racconta il Corriere della Sera nella sua edizione di mercoledì 18 luglio 1984, “un padre anziano reduce da due infarti, già sofferente di depressione psichiatrica e da qualche mese senza lavoro, martedì 17 luglio ha sparato ai due figli disabili che dormivano nella abitazione sopra al bar gestito dai genitori per poi spararsi un colpo in testa e farla finita”.
I due giovani, uno di 24 anni e l’altra di 18 sono rimasti in condizioni gravissime fino a tarda sera quando Luisella morì, Rinaldo invece (nella foto a sinistra) è sopravvissuto alla tragedia fino all’anno scorso quando si spense. Le reni della giovane furono trapiantate ad una donna nell’ospedale di Bergamo.
All’epoca sorprese la freddezza con la quale Carlo De Vignani compì il gesto estremo, visto che lo stesso giorno l’uomo preparò con cinica premeditazione quella che poi si sarebbe trasformata in una spaventosa tragedia.
“Le esplosioni – racconta il Corriere – si udirono chiaramente dalla piazza del paese”, a scoprire la scena e chiamare i soccorsi è stato il messo comunale che sentendo il rumore degli spari salì di corsa nella casa dei De Vignani trovandosi di fronte la macabra scena.
Anche la Repubblica si occupò della vicenda – con due articoli dell’inviato Claudio Giua, molto documentati sebbene col cognome della famiglia coinvolta deformato (“Devignani“).
Qui l’interpretazione dell’episodio è molto meno drammatica e cerca di comprendere le ‘ragioni‘ del padre (che “non ce l’avrebbe più fatta a a vederli soffrire”). Interessante l’evoluzione del linguaggio in meno di 4 decenni: all’epoca si parlava di handicappati, termini modificatosi nel tempo con vari aggiornamenti fino al “diversamente abili” attualmente in uso.
Nel corso della storia, a Margno si ricordano anche altri fatti di sangue con degli omicidi: nel lontano 1922 un ufficiale dei carabinieri uccise la residente Alice Malugani sotto casa sua per poi fuggire. Episodio simile quello del 1966, quando ancora un carabiniere uccise la sua fidanzata, Rita Malugani, e poi si sparò un colpo alla testa, sempre nei presi del paese dell’Alta Valsassina.
A quei tempi infatti, la caserma dell’Arma in Alta Valle era proprio a Margno (venne spostata a Casargo negli anni ’70 dello scorso secolo su ‘spinta’ dell’allora sindaco Ignazio Pasquini, padre dell’attuale primo cittadino Antonio).
RedAlt