ALTA VALSASSINA – Impresa sportiva del Valsassinese Simone Spano che sabato in sella alla sua bicicletta si è arrampicato da Taceno a Paglio per 10 volte consecutive: una vera e propria maratona per un dislivello complessivo di 9.000 metri, qualcosa in più della cima del monte Everest e, se i numeri non facessero già stupore, basti pensare che Simone ha praticamente passato tutta la giornata in sella – 14 ore circa – per un totale di 220 km ripetendo il tracciato per ben 10 volte per una pendenza del 10%.
Una preparazione mentale, oltre che fisica, non indifferente per un progetto che il giovane di Margno è infine riuscito a coronare in una stagione in cui le competizioni sono sospese.
L’Everesting è una nuova frontiera del ciclismo in cui si è chiamati a scegliere una salita e percorrerla ripetutamente fino ad agguantare gli 8.848 metri di dislivello positivo, che è appunto la quota della cima del Monte Everest, il tetto del mondo.
Non c’è spazio all’improvvisazione e bisogna seguire un vero e proprio regolamento: l’attività deve compiersi in una sola volta, sulla stessa strada ed è importante essere preparati per contrastare la stanchezza, la mancanza di sonno e la necessità di pedalare anche al buio. È consentito alimentarsi e mangiare qualcosa – un panino, una barretta – ma non si possono fare soste lunghe.
Ma dove ti è nata l’idea? “Me lo sono chiesto anche io…” sorride Simone con cui abbiamo fatto una chiacchierata.
“Sono molto contento e ho sentito l’affetto della mia famiglia, dei miei amici e della mia squadra – il Team Asnaghi Gran Fondo – anche se gli altri mi hanno ‘sgridato’ perché non glielo avevo detto prima… Vorrei ringraziarli tutti, uno ad uno, ma soprattutto un grazie a mia moglie Sara, a Greta e anche al presidente della mia società Mauro Cesana – gli sponsor, Fabio Tagliabue e Drali Milano”.
È un fiume in piena il biker, e condivide con noi le istantanee di una giornata di sport da incorniciare: “Sono partito dalle Rocce Rosse alle 4 e mezza la mattina,e ho fatto la prima salita con la luce artificiale, un faro che mi è stato utile; poi durante il percorso ho anche bucato due volte (nella foto a sinistra il cambio gomma), ma è andata bene e alla fine son riuscito a fare tutto, anche se all’ultima salita ho temuto di non farcela. Però gli amici ci sono sempre stati e ad ogni passaggio era una festa, tanti applausi, tanti incoraggiamenti e anche uno striscione al piazzale di Paglio”.
E il giorno dopo? “Ma, guarda, le gambe vanno bene ma la schiena però fa un po’ male… Oggi mi godo un piatto di pizzoccheri!”.
La domanda ora è spontanea, la prossima avventura? “Eh, adesso non ci sto ancora pensando, anche perché prima o poi ripartiranno le gare. Però ho sentito che fanno anche i diecimila…”.
Vedremo.
Stai pronto, Turbo.
R. P.