CENTRO FONDO DI BOBBIO, LA “VERITÀ” DEL SINDACO ARRIGONI BATTAIA



BARZIO – Della vicenda del Centro Fondo dei Piani di Bobbio che, nelle scorse settimane, ha visto la società Trifoglio (che aveva in gestione la struttura) restituire le chiavi al Comune di Barzio (proprietario) si è detto molto e scritto abbastanza – più che altro su VN.

Ora a chiarire la propria posizione è l’amministrazione comunale di Barzio, per voce di Giovanni Arrigoni Battaia.- lo stesso sindaco attualmente al centro di aspre critiche per la rivoluzione viabilistica del centro del paese.

“Per comprendere la situazione è necessario ricostruire gli avvenimenti degli ultimi tre anni, a partire dalla data del 4 marzo 2017, quando il Centro Fondo venne gravemente danneggiato da un incendio. In quel periodo la società Trifoglio stava gestendo la struttura grazie a una proroga della concessione, già scaduta a dicembre 2016″, spiega il sindaco.

“La responsabilità dell’incendio che, secondo gli accertamenti tecnici, fu causato da un difetto di costruzione della canna fumaria, era stata attribuita al Comune di Barzio, proprietario della struttura. L’amministrazione comunale in carica (sindaco Andrea Ferrari) tentò di rivalersi sul costruttore, ma senza successo perché passati più di dieci anni dalla realizzazione delle opere; a quel punto subentrò l’assicurazione del Comune”.

“La priorità era ricostruire il rifugio in tempo per non perdere la successiva stagione invernale. Quindi l’amministrazione Ferrari decise di delegare alla società Trifoglio la conduzione dei lavori di ricostruzione, destinando alla società stessa l’indennizzo liquidato dall’assicurazione. Le operazioni di ricostruzione e la conseguente riapertura del Centro Fondo avvennero il 16 dicembre 2017, mentre le operazioni peritali si conclusero il 30 gennaio 2018, con una stima del risarcimento quantificata – e liquidata alla Società Trifoglio – in 472.000 euro“.

Il sindaco in carica prosegue affermando che “L’amministrazione Ferrari, con delibera di giunta dell’aprile 2019, riteneva di “… dover provvedere a una integrazione del contratto …”, e dava atto che tale integrazione richiedesse un confronto con la società Trifoglio. In questo contesto deliberava di “… concedere alla società una proroga al 31 dicembre 2019 di tutti i pagamenti, già pendenti o di prossima scadenza, …”. L’amministrazione Ferrari – affonda Arrigoni Battaia -, nonostante avesse le informazioni e le conoscenze (sopralluoghi durante i lavori, accordi con la società Trifoglio, tecnico di fiducia incaricato alla supervisione dei lavori, ecc…) ed avesse avuto anche il tempo necessario per definire le questioni economiche di “dare/avere” con la società Trifoglio, si è limitata a posticipare tutti i pagamenti dei canoni di concessione”.

E in questa situazione di incertezza si arriva a fine maggio 2019, alle elezioni, che segnano il cambio di amministrazione comunale. “Appena insediati – sempre secondo Arrigoni Battaia – abbiamo dovuto ricostruire tutto il pregresso per definire le questioni ancora aperte e dar seguito alla verifica finale, destinata ad accertare i rapporti contabili di “dare/avere” con la società” chiarisce ancora il sindaco”.

“Dall’analisi di tutta la documentazione agli atti e di quella acquisita recentemente, questa amministrazione, pur riconoscendo l’esistenza di opere di adeguamento eseguite sul fabbricato, non coperte dalla polizza assicurativa, ed in considerazione delle varianti eseguite, sia in aggiunta ma anche in detrazione, non ha proprio potuto dare seguito alle ulteriori richieste economiche della società Trifoglio, oltre a quanto già riconosciuto dall’assicurazione. E il motivo è molto semplice: perché le richieste di Trifoglio non sono supportate da alcuna documentazione. Abbiamo tenuto vari incontri nell’ambito della “procedura di negoziazione assistita”; l’ultimo il giorno 24 giugno 2020 (più di 3 ore). Il Comune ha più e più volte ribadito la necessità, ed il dovere, di acquisire documentazione comprovante quanto sostenuto dalla società, per poter verificare il fondamento delle richieste economiche del privato. Nonostante ciò – afferma ancora il borgomastro -, non solo non ci è mai stato fornito quanto richiesto, ma la società Trifoglio ha trasformato la richiesta di rimborso per spese sostenute per maggiori lavori con un’altra richiesta: di danni economici, a causa della chiusura del Centro per qualche mese nel 2017. Anche per queste del tutto nuove richieste l’amministrazione comunale ha manifestato la disponibilità alla quantificazione, se fosse stata comprovata la nuova richiesta da idonea documentazione”.

La fine, poi, è nota: “Al termine della  lunga riunione del 24 giugno la società Trifoglio, di punto in bianco, ha consegnato invece la disdetta del contratto di concessione”.

Vittorio Zappa (Trifoglio srl)

La conclusione di Arrigoni Battaia è la seguente:
“Ad oggi, la Società Trifoglio è
– debitrice nei confronti del Comune di Barzio di canoni di affitto arretrati, che il Comune sta esigendo;
– deve restituire una parte delle somme, liquidate dall’assicurazione comunale alla Società Trifoglio, per perdita di canoni di affitto (somma di competenza comunale);
– ha restituito al Comune di Barzio il rifugio Centro Fondo, all’inizio della stagione estiva, con un preavviso di 6 (sei) giorni soltanto”.

Conclude il sindaco in carica: “Sono certo che non siano necessari ulteriori commenti, bastando la verità dei fatti a dimostrare da che parte stia il torto e la ragione. Il Comune ha agito con la massima trasparenza e disponibilità, nel rispetto delle regole e nell’interesse dei barziesi. E così proseguirà”.

Quel che è certo è che a oggi, in pieno luglio, il Centro Fondo è stato (bene) ristrutturato ma è privo di un gestore – non semplice da trovare viste anche le dimensioni della struttura. Ma non solo: un  po’ come nelle classiche vicende care agli avvocati divorzisti, la storia si è conclusa male e i piatti non sono stati rotti ma… se ne sono andati con i mobili, la cucina e tutte le attrezzature acquistate in lunghi anni dalla Trifoglio srl.

Che nel frattempo, sbaraccato tutto si è trasferita dall’altra parte del crinale, in Valtorta – dove ha rilevato la gestione di un grosso albergo-rifugio.

In pratica, in vista dell’inverno ma già in questa bella estate “gonfia” di turisti e villeggianti, il Centro Fondo dei Piani di Bobbio è desolatamente chiuso e inoperoso.

Indipendentemente dalle colpe, dai chi e dai perché, uno smacco un po’ per tutti.

RedBar

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