LETTERA/IN GITA A BIANDINO, SULLA “PROVINCIALE” DELLE JEEP



Sono un appassionato della montagna. Credo di avere percorso quasi tutte le valli delle Orobie, anche quelle meno frequentate.

Questa estate ho voluto fare un regalo allo zio Ezio che ora si muove col bastone ma è stato un grande camminatore e con lui ho fatto le prime ascensioni negli anni 90. Il regalo è stato una gita in Val Biandino.

Gia’ all’inizio della giornata sono rimasto un po’ sconvolto quando al parcheggio i proprietari delle jeep dicevano… “tu prendi questi due… quei tre li senza zaino falli salire con me..”
Alla fine non ho capito se la jeep che ci ha trasportato era quella di cui mi era stato dato il numero di telefono e prenotato, o un’altra ditta.

Durante il tragitto, due jeep stipate di clienti davanti, e tre dietro, mi sono sentito un po’ stupido nel vedere i molti pedoni, decine, forse centinaia, andare verso il ciglio della strada per lasciarci passare.

Da montanaro camminatore mi sono vergognato ma cercavo di darmi un contegno, perché facevo questo per lo zio Ezio.

Pagato il trasporto, siamo stati scaricati alla Bocca di Biandino e abbiamo percorso a piedi il tratto fino alla chiesa, molto lentamente e chiacchierando, con altri ‘compagni di sventura’. Prendendola in ridere potremmo dire che abbiamo provato un po’ di esotismo, perché, via, essere stipati così fa tanto paese in via di sviluppo.

Tra i discorsi sono uscite tante cose, ci hanno parlato di chi fa il trasporto clienti a quanto pare concentrato nelle mani di due famiglie. Non mi è stato però per niente chiaro di quale ricevuta ha diritto il cliente e se il tutto si svolge in sicurezza rispettando i permessi di transito. Esiste una normativa sugli autisti di tale servizio? Devono passare un esame?

Tutte domande a cui non sono riuscito a trovare risposta mi hanno lasciato l’amaro in bocca e come il senso di una passeggiata “non pulita”.  Forse perché vorrei essere un purista della montagna che la gode con scarponi ai piedi e zaino in spalla e questa volta ho contribuito anch’io a oliare un ingranaggio che non mi piace?

Di certo zio Ezio non avrebbe potuto arrivare a Biandino senza la jeep, però ha viaggiato sicuro? E il via vai di fuoristrada come su una provinciale ha senso? Mi sembra una montagna usa e getta.

Eppure in tutto il mondo, compresa l’Italia, il turismo lento, del cammino che rispetta i luoghi e gode della natura sta diventando un trend importante, anche proficuo. In Val Biandino ho sentito che tale modalità non sia stata rispettata.
E si sa che errori di questo genere si pagano non subito, ma alla lunga arriva il conto.

E la Valsassina ricorda con dolore i tempi d’oro in cui faceva furore con il turismo metropolitano. Sa già cosa vuol dire sbagliare per miopia imprenditoriale.

Che io stia sbagliando? Se tutto ciò accade vuol dire che va bene, altrimenti le autorità di controllo banalmente carabinieri e amministrazioni varie sarebbero già intervenute.

Ma mi piacerebbe sapere se sono l’unico a pensarla così, come il manipolo con cui ho conversato una volta sbarcati dalla jeep?

[Lettera firmata]

 

 

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