NELLA STORIA DELLA VALLE/1939: GLI ARTIGLIERI SALGONO IN GRIGNETTA



VALSASSINA – Questa è la cronaca apparsa sul Corriere della Sera nella sua edizione del 16 luglio 1939, nella quale si raccontano delle manovre militari in Valsassina, precisamente in Grignetta

Nel mese di luglio del ‘39 gli artiglieri del 27mo reggimento della Divisione Cuneo erano in Valsassina per il loro primo mese di campo.

Ungruppo era a Barzio e l’altro a Maggio. Ogni giorno, quando i militari ritornavano nel loro accampamento i curiosi, villeggianti e valligiani aspettavano davanti alle loro abitazioni i passaggi dei soldati che rientravano, dopo dieci o dodici ore di marcia, cantando.

Quelli del terzo gruppo intonavano canzoni alpine, facendo onore alla penna nera che portavano sui loro cappelli. 

Dopo la sveglia alle due di notte, le truppe si radunarono in piazza e si prepararono per la partenza: si andava in Grignetta. 

Ventidue ufficiali, duecento uomini di truppa e cinque pezzi di artiglieria, tre da 75/13 e due da 65/17, un pezzo per ognuna delle cinque batterie in forza al Gruppo. 

La comitiva scese fino a Balisio dove presse la mulattiera del colle, i ferri dei muli battevano sui sassi mentre il torrente scrosciava in fondo alla valle e dai prati arrivava un fresco, umido profumo di fieno. 

All’alba la colonna si trova presso la valletta dei Gobbi Lunghi, dopo tre ore di marcia il primo alt, soltanto un quarto d’ora di sosta per poi proseguire. I soldati in fila indiana continuano la scalata arrivano fino all’Alpe Campione, la colonna sale precisa e in ordine sul sentiero largo quanto un mulo, pioviggina.

Sui magri pascoli dell’Alpe Campione la colonna sosta nuovamente. I muli non riescono più a proseguire. Si scaricano del tutto il materiale e vengono raccolti in cerchio dai conducenti in un breve spiazzo pianeggiante. 

La parete della Grignetta si trova alla loro sinistra, mentre a destra c’è il Grignone, tra la nebbia mattutina si intravede la Valsassina in fondo. 

Gli artiglieri si caricano sulle spalle le ruote, i pezzi e le testate, insieme alle casse delle munizioni, inizia l’ardito attacco alla vetta.  In testa il tenente colonnello Colli Lanzi sfida la pioggia battente, sono 400 i metri di dislivello da superare, cento di pendio sassoso, duecento di cresta aguzza e cento di parete. 

Si sciolgono le corde e ci si arrampica verso la cima, arriva per primo il tenente colonnello, poi la sezione radio che comunica col comando del reggimento con sede a Barzio.

“Sei arrivato, Colli Lanzi?”. “Arrivato e sono con me gli uomini dell’ottavo” risponde il colonnello, “Mi fai un regalo ? fammeli sentir cantare” chiedono da Barzio e in meno di dieci minuti gli artiglieri si radunano intorno alla radio… ”Sul cappello, sul cappello che noi portiamo…”.

Poco dopo tutti i cinque pezzi sono piazzati sulla Grignetta e cominciano col fuoco a salve, ogni colpo si ripercuote sul dorso del Grignone: missione compiuta. Dopo il rancio i soldati raccolgono stelle alpine e le mettono sui cappelli, alle 15 si ricaricano i muli e la colonna si avvia per il ritorno, altre quattro ore di marcia, così fanno 17 in tutto. 

Rientrando a Cremeno gli artiglieri intonano ancora canzoni alpine e volano i fiori verso le fanciulle che sorridono ai soldati al passare. 

F. M.

 

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