DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO DELLA QUINTA DOMENICA DOPO IL MARTIRIO DEL BATTISTA



Probabilmente il dottore della Legge già conosceva quale era il primo comandamento della Legge, ma ugualmente interroga Gesù per metterlo alla prova.Ma la risposta di Gesù è chiara: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. E il secondo comandamento poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti”.

E’ molto opportuno l’accostamento fra il Vangelo e la prima lettura nella Messa di oggi, perché è dall’amore di Dio per il suo popolo che scaturisce come riconoscenza l’amore dell’uomo per Dio.

Alle cure del Padre per noi, Dio desidera che rispondiamo non in modo servile, ma per amore.

E il modo più vero e bello per corrispondere così all’amore di Dio, Padre di tutti gli uomini, è quello di amare tutti gli uomini suoi figli, come li ama Lui, anche chi non crede in Lui, chi ha un colore diverso della mia pelle, chi sbaglia. Questi due comandamenti sono inseparabili: uno non sta in piedi senza l’altro, a tal punto che nell’osservanza o meno di uno è contenuta l’osservanza o meno dell’altro.

Questa reciprocità vale anche per l’amore che riceviamo: non abbiamo bisogno solo dell’amore di Dio, ma anche di quello del prossimo.

E’ difficile parlare di amore, mette a disagio perché sembra di ricadere nei soliti luoghi comuni.

Eppure l’amore non è solo il cuore della legge, ma anche la forza che manda avanti il mondo: più degli interessi, più della forza fisica e della violenza.

E’ bello considerare quando l’amore vero sprigiona questa sua forza nelle nostre relazioni personali, nel rapporto fra un uomo e una donna, nella crescita di una persona.

Alla fine del baratro in cui l’uomo può cadere, il sentirsi amati è l’unica realtà che ci può sostenere.

C’è un aspetto che raramente si ricorda e che fa parte del comandamento di amare il prossimo: è quello di rendersi amabili.

Non si tratta di assumere atteggiamenti untuosi, ma di vivere tutte quelle virtù umane che ci rendono gradevole una persona, prima fra tutte la sincerità.

Anche nella Chiesa, intesa come luogo e comunità in cui si cerca di dare lode a Dio, troppe volte l’amore per Lui non può fiorire non perché oppresso dal peccato, ma perché mancano le virtù della sincerità e dell’umiltà.

 

Don Gabriele
Vicario Parrocchiale

 

 

 

 

 

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