DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO: FESTA DI TUTTI I SANTI



Oggi: Festa di tutti i Santi. Ma chi sono i santi? Il brano dell’Apocalisse di oggi ce ne parla come di coloro che vengono dalla grande tribolazione e hanno lavato la loro veste nel sangue dell’Agnello, coloro cioè che hanno dato la vita per testimoniare Cristo morto e risorto: alcuni nel martirio, altri semplicemente nella coerenza di vita nei piccoli sacrifici di ogni giorno.

San Paolo ci parla dei santi come di coloro che amano Dio, e per i quali tutto concorre al bene, perché nulla può separarci dall’amore di Gesù per noi.

Infine, il Vangelo delle beatitudini: come trovare parole nuove per dire questa pagina già conosciuta?

Non di parole nuove abbiamo bisogno, ma di parole vere, cioè quanto di vero queste parole esprimono.

Le parole del Vangelo ci rivelano lo scendere di Gesù nel cuore più nascosto, più sofferente, più puro di questa nostra umanità.

Anzitutto lo ringraziamo per questa sua compassione, perché sa cogliere questi sentimenti buoni in coloro che invece il mondo non considera, o considera deboli, falliti.

Lo ringraziamo perché la sua parola vuole raggiungere anche noi, come parola che ci conosce anche quando non siamo conosciuti, o capiti, o considerati, o siamo derisi.

È come se ci dicesse: “Io so!”.

E come vorremmo saper sentire questa sua parola, fino a non averne bisogno di altre!

Vorremmo anche meritarla, non in forza del bene che facciamo o del giusto che siamo (che, anzi, lo preghiamo di non farcelo conoscere, se ce ne fosse, per la paura di rovinare tutto con il vanto), ma per la sincerità e l’umiltà con cui viviamo le varie situazioni della nostra vita, riconoscendo che il suo amore per noi è sempre più grande di ogni nostro merito.

Sentiremmo che questa sua parola ci consola, perché è come se ci dicesse: “Io sono con te!”: Lui il più puro di cuore, il più offeso e calunniato, il più desideroso di giustizia e di misericordia, ci tiene con sé.

Sentirsi dire: “Io so, Io sono con te!”: questa è la sua benedizione e la nostra consolazione.

Certo non è facile ricevere questa sua parola così che sia per noi beatitudine e consolazione; eppure sono proprio le situazioni che vorremmo evitare quelle che ci fanno sperimentare le delusioni umane e che ci sospingono verso di Lui, nostra vera consolazione.

Possiamo dire che nelle beatitudini di Gesù riconosciamo quello che anche noi vorremmo essere?

Don Gabriele

vicario parrocchiale

 

 

 

 

 

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