ROMA – Lunedì è andato in scena un incontro in videoconferenza tra la società AMI “Acque Minerali d’Italia“, Ministeri dello Sviluppo Economico e del Lavoro, sindacati nazionali e territoriali e Regioni coinvolte.
Secondo quanto riferito dai sindacalisti, l’azienda ha confermato di aver depositato pochi giorni fa (il 23 dicembre) il piano concordatario al Tribunale di Milano, che si dovrebbe esprimere nel merito verso la metà di gennaio. Malgrado la grande riservatezza da parte dell’azienda sull’identità degli investitori, i sindacati hanno reso noto che ci sarebbero due fondi di investimento di grande rilievo finanziario, dalla forte vocazione imprenditoriale, pronti a investire sulle minerali controllate dalla holding milanese in crisi.
“C’è stato anticipato – spiega una nota congiunta delle sigle sindacali – che sarà necessario attuare un processo di ristrutturazione, anche a livello occupazionale. Verrà utilizzato inizialmente lo strumento della “Cassa Covid” (in modo ancora più rilevante rispetto ad ora) e successivamente quello della cassa straordinaria, per giungere sino alla fine del 2021 e tentare di rilanciare l’azienda”. Tra le società interessate al rilancio anche la Norda di Primaluna, controllata dalla A.M.I. della famiglia Pessina.
I sindacati hanno espresso comunque perplessità sulla “massima riservatezza” dell’azienda a proposito di alcuni temi fondamentali, come gli investimenti, il potenziamento della rete commerciale, la spinta sui marchi storici per aumentare i volumi, tutti aspetti determinanti “per capire quali saranno le necessità occupazionali e di organizzazione del lavoro”.
RedEco
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