PARTIGIANI FUCILATI IL 31 DICEMBRE 1944: SALTA LA CERIMONIA, NON IL RICORDO



BARZIO – Nessuna cerimonia ufficiale ricorderà questo 31 dicembre il sacrificio dei partigiani fucilati alla Robiasca di Barzio l’ultimo giorno del 1944.

Nel rispetto delle norme anti-Covid l’Anpi ha rinunciato a ogni forma di presenza sui luoghi di quei fatti ma perché la memoria di quei partigiani arrivi alla cittadinanza l’associazione invita ad un gesto significativo i sindaci di Lecco, Barzio, Cremeno,Ballabio, Cassina Valsassina, Dalmine (Bg), Introbio, Lenna (Bg),  Moggio,  Monza,  Morterone,  Osnago e Pasturo.

Il 30 dicembre 1944 al “Baitone della Pianca” alla Culmine di San Pietro vengono catturati dal 1° battaglione mobile della Brigata Nera “Cesare Rodini” di Como 36 partigiani. Alcuni fanno parte della 55a brigata fratelli lli Rosselli, altri della 86a Giorgio Issel, un radiotelegrafista inglese ed una interprete austriaca.

Franco Carrara, partigiano della Issel, tenta la fuga ma viene ucciso nel prato antistante la baita. Gli altri verranno tutti condotti a piedi a Introbio. Il giorno dopo, 31 dicembre, mentre i prigionieri vengono caricati su due camion Mina (Leopoldo Scalcini) tenta la fuga e viene ucciso. In giornata dieci partigiani vengono fucilati davanti al cimitero di Barzio, stessa sorte per altri tre a Maggio di Cremeno.

 

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