MILANO È APRIPISTA PER UNA REGIONE SENZA FUMO



MILANO – Questo 2021 si appresta ad essere un anno di svolta per la salute pubblica. Mentre è alle prime fasi la vaccinazione di massa contro il Covid-19, con i fari puntati sui primi volontari scelti fra il personale sanitario, Milano è la prima città lombarda senza fumo.

Infatti il Comune della città meneghina ha deciso che a partire dal 19 gennaio di quest’anno si debba abbassare il livello di inquinamento dell’aria cittadina anche per mezzo del divieto di fumare sigarette all’aperto, tranne che in luoghi isolati per non essere fonte di fumo passivo.

Ciò significa che presso le fermate dei mezzi pubblici ai parchi, fino ai cimiteri e alle strutture sportive, compreso lo stadio San Siro, diventa proibito fumare nel raggio di 10 metri da altre persone. Il deliberato sul regolamento della qualità dell’aria fissa pure una seconda fase di estensione: dal 1 gennaio 2025 il divieto di fumo varrà per tutte le aree pubbliche all’aperto

Queste misure che si possono definire abbastanza drastiche mirano a tutelare i cittadini dal fumo attivo e passivo nei luoghi pubblici e frequentati anche dai più piccoli e contrarre la quantità di PM10 sospeso in aria, ossia le micro polveri inquinanti che tanto danneggiano la salute. Stando ai dati di ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambiente) Lombardia, la nostra provincia si assesta su un livello di particolato basso mediamente, anche se le cifre sulle emissioni inquinanti non sono altrettanto incoraggianti nemmeno per il lecchese.

Parliamo di quell’inquinamento atmosferico che ha causato anche nell’ultimo anno un numero di decessi prossimo a quelli provocati dalla pandemia, per la precisione si contano 66 mila morti nel nostro Paese stando all’ultima edizione del “Air quality in Europe – 2020 report”: un triste bollettino che ha fatto guadagnare l’Italia la maglia nera in Europa per il numero di vittime dell’inquinamento da biossido di azoto.

Ma l’impatto negativo non è solo nei soggetti che giungono all’esito fatale, perché l’area di cattiva qualità ha ripercussioni su tutti i distretti del corpo. Motivo per il quale sentiamo ogni giorno parlare dell’importanza delle sostanze antiossidanti: l’eccessivo stress ossidativo dato dalle condizioni ambientali richiede un’integrazione sempre maggiore di elementi come i flavonoidi, la vitamina C e lo zinco per le proprietà che stimolano il sistema immunitario per migliorare le capacità di autodifesa.

Non mancano i polemici che dicono che il principale motivo del bando del fumo sia invece un altro, cioè un nuovo tentativo di identificare un nuovo strumento per evitare di togliere la mascherina fuori da casa. In realtà è qualcosa che hanno già messo in atto altre amministrazioni comunali, come a Benevento, Massa Carrara, Cittadella (in provincia di Padova) e Aulla.

Ricordiamo che già in tempi non sospetti in svariati Stati esteri era stato introdotto il divieto di fumo anche all’aria aperta, con differenti modulazioni da un luogo all’altro. Anche quando fu introdotto in Italia il divieto assoluto di fumare negli spazi adibiti al pubblico la cosa non fu accolta subito con entusiasmo ma, mettendo insieme tutti gli oggettivi benefici per la salute dei cittadini, potrebbe non stupire se Milano fosse solo la pioniera di un prossimo futuro che vedrà tutta la regione Lombardia totalmente liberata dall’olezzo di fumo nelle aree pubbliche.

 

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