MOGGIO – Dopo la domenica di super afflusso in Valsassina (con relative code chilometriche al rientro) e “Nonostante la drammatica notizia di ieri della non riapertura degli impianti sciistici”, ospitiamo l’intervento di un nostro lettore che annota “con piacere che la gente è tornata a frequentare le nostre bellissime montagne”.
“Ieri sono salito da Barzio ai Piani di Bobbio, su ai Campelli per poi raggiungere la Sodadura e scendere a Moggio, un bell’anello con panorami davvero unici – ci scrive il signor Angelo -. Tantissimo l’afflusso turistico vista la bellissima giornata; vorrei porre l’attenzione su un tema che forse è passato in secondo piano ultimamente, cioè la mancanza di conoscenza dei pericoli della montagna e di conseguenza i rischi che la gente prende sottogamba”.
“Andare in montagna in inverno – ammonisce l’autore -, specialmente fuori dai percorsi battuti, è sicuramente un’esperienza molto affascinante quanto emozionante ma anche pericolosa, soprattutto per le insidie che si possono presentare. Bisogna sapere e ricordare che i pericoli della montagna invernale possono essere soggettivi o oggettivi. Quelli soggettivi riguardano il comportamento sbagliato che possiamo avere nei confronti dell’ambiente montano o errori di valutazione e possono essere: allenamento inadeguato, attrezzatura e abbigliamento inadeguato, disattenzione e capacità tecnica inadeguata.
I pericoli oggettivi invece sono le valanghe, la possibile caduta di pietre, scarsa visibilità, freddo e vento. Spesso gli incidenti scaturiscono dalla compresenza di entrambi i pericoli. Nel caso di valanga, ad esempio il pericolo oggettivo c’è (lastrone instabile) ma è lo sciatore che per errata valutazione del pendio o inesperienza, ne causerà il distacco rischiando di essere travolto. Proprio a tal proposito vorrei evidenziare delle tracce di motoslitte quasi fino la cima del Sodadura (vedi foto), che nonostante i grossi accumuli del vento e la pendenza si sono divertiti a tagliare in più punti il pendio con i loro mezzi, incuranti e ignorando il pericolo a cui si stavano esponendo. In quella zona infatti, vista l’esposizione e la ripidità del pendio capita spesso che ci siano dei distacchi da sovraccarico di sciatori, figurarsi con delle motoslitte da 300 kg. Sempre sul Sodadura si possono notare dei distacchi dei giorni precedenti, anche di medie dimensioni”.
“Parlando con alcune persone sulla cima – conclude il nostro lettore -, è emerso che queste tracce di motoslitte in zone a rischio non è la prima volta che vengono notate, anzi sembrano aumentate ultimamente. Ragazzi, informatevi prima di andare in montagna: amatela, rispettatela e mai essere superficiali. Buona montagna a tutti!”.