DIECI DOMANDE AL ‘CORVO’. L’ANALISI DELLA LETTERA ANONIMA CHE SEMBRA NON RISPARMIARE NIENTE E NESSUNO



BARZIO – Una lettera anonima in questi giorni sta rubando la scena a contagi, piste da sci e assembramenti. Sfogliata ormai da centinaia di persone ma impossibile da pubblicare su un giornale per le innumerevoli e pesantissime accuse distribuite senza che venga portata alcuna prova a sostegno, è permesso però proporne un’analisi tentando in qualche modo di soppesare l’attendibilità delle ricostruzioni.


Lo facciamo ponendo dieci domande al misterioso autore del ‘trattatello’, anche se probabilmente resteranno senza risposta.

1) Le millantate ricostruzioni di corruzione e malaffari risalgono indietro nel tempo di quasi un ventennio. Così tanto materiale che per l’autore non può essere stata una ‘rivelazione improvvisa’ ma frutto di un meticoloso lavoro di ricerca e raccolta. Perché in questi due decenni non si è mai denunciato nulla di tutto ciò? Alcunché sembra essere pervenuto alle caserme, alla stampa, né tantomeno indicato in interrogazioni consigliari.

2) Dalla quantità di informazioni e dallo stile di scrittura si intravedono competenze tecniche in settori specifici e molto diversi: linguaggio legale, conoscenze tecnico/burocratiche della pubblica amministrazione, intercettazioni telefoniche/ambientali… C’è solo una persona coinvolta nella redazione del testo o il ‘corvo’ è in realtà un più nutrito stormo?

3) In ogni amministrazione vi è un dirigente competente a valutare la conformità giuridica ed economica, il segretario comunale. Perché nella lettera – che dipinge il Comune barziese responsabile di scaltronerie, con amministratori abili a far ricadere la colpa su meno avveduti dipendenti – la figura di congiunzione non viene minimamente presa in considerazione?

4) L’autore nello scrivere “Perché [sindaco Arrigoni Battaia] non è ancora andato dal Prefetto di Lecco a far presente una situazione tale che se Barzio fosse in Calabria sarebbe già stata commissariata?” è a conoscenza che il Prefetto De Rosa ha recentemente ricoperto l’incarico di commissario a Platì, nella Locride, dove da quindici anni il Consiglio comunale non riesce a insediarsi e lo Stato paga col sangue la lotta alla ‘ndrangheta?

5) Perché nelle centinaia di accuse gravi e diffamatorie poste dalla missiva il corvo attacca alcuni sindaci, così come consiglieri comunali di fronti opposti, ma non cita altri amministratori che pure si sono succeduti nel medesimo arco di tempo e che di tali disegni non potrebbero dirsi ignari?

6) Sono durissime le responsabilità riversate sull’attuale primo cittadino – volto nuovo della politica locale – e le accuse riservate a un suo importante delegato. Nessun riferimento viene fatto alla giunta e al resto della maggioranza, composta anche da esponenti politici di lungo corso e considerabili tutt’altro che sprovveduti. Il corvo in questo modo conferma il retroscena della frattura intercorsa tra il sindaco e la sua ‘squadra di governo’ che ne avrebbe preso le distanze?

7) Il corvo attribuisce a un “investimento in tangenti” la nascita ne “l’area alluvionale del Pioverna” di “una nuova struttura [con la quale] hanno quintuplicato il fatturato […] spacciandola per un piccolo baretto ma non hanno potuto mai aprire il ristorante al primo piano perché completamente fuori legge”. È casuale il fatto che questa valanga di accuse emerga proprio quando si avvicina la scadenza per la Regione di esaminare una pratica strettamente legata ai progetti di sviluppo su terreni accanto a quella ditta?

8) Il corvo dedica particolare attenzione alle realtà dei Piani di Bobbio, definendo cosa nota che “la ristorazione [sia] sempre servita per creare fondi neri da trasformare in tangenti”. Elenca poi cubature e cambi d’uso di edifici, mancati controlli e strategie di copertura delle malefatte. In questo abbondare di ricostruzioni e accuse concentrate in quel di Bobbio, il corvo avrebbe la possibilità di avvalorare le sue tesi contro le tanto avversate amministrazioni del passato citando l’unica questione nota, sia alle cronache sia alle aule giudiziarie, ovvero quella degli alpeggi e della provenienza delle mandrie. Non è quantomeno anomalo che invece non se ne faccia alcun cenno?

9) Le “scorribande tangentizie” secondo il corvo uscirebbero dagli uffici e raggiungerebbero una “alta dirigente della Polizia di Stato”, un “azzeccagarbugli di città”, “decine e decine di falsi residenti”, vari imprenditori locali, politici ancora in attività, dirigenti in carica e in pensione. Come spiega, il corvo, il massimo riserbo e la complicità che ciascuno di loro è stato in grado di mantenere per almeno due decenni?

10) Chi sei? Facci avere cinque nomi: saranno oggetto del nostro prossimo sondaggio.

C.C.

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