CASARGO – Nelle scorse settimane l’Alta Valsassina è stata al centro dell’attenzione con la vicenda degli animali morti, prima rinvenuti nella forra tra le località di Mornico e Narro e successivamente all’interno di una stalla.
Non ci stanno, gli allevatori di capre e vacche della zona, ad essere additati e confusi con chi come la persona in questione non accettano di definire come “uno di noi”.
Abbiamo raccolto l’opinione di alcuni tra loro:
”La passione per gli animali per noi è quasi un’eredità, nelle nostre valli in famiglia ci sono sempre state capre, pecore o vacche da latte, si può dire che siamo cresciuti con loro. Per molti di noi l’allevamento non è l’occupazione principale, abbiamo un impiego che non ha nulla a che vedere con la nostra passione ma che ci permette di vivere. Il benessere degli animali viene al primo posto per noi. I sacrifici che facciamo non saranno mai ripagati in denaro, non si porta avanti questo modo di vivere perché ci dia un benessere materiale ma, vedere che i nostri animali sono in salute ci rende orgogliosi. Non contiamo le ore di lavoro che mettiamo in questa passione, per accudire gli animali o per mantenere puliti i pascoli e per lo sfalcio del fieno. Quando scegliamo di allevare sappiamo che per noi ci saranno delle notti insonni durante il travaglio di una mucca, quando il vitello avrà un virus oppure una manza avrà dei problemi di ruminazione. Per noi non ci sono domeniche o altri giorni festivi, quotidianamente ci rechiamo in stalla, con la pioggia, il gelo o la neve. È la nostra passione, l’abbiamo scelta e la portiamo avanti nel migliore modo possibile”.
A. D.
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