PREMANA – Dire che la sindaca Elide Codega e la sua amministrazione comunale siano “preoccupate” per il ricorso avanzato da Energia Futuro Srl al tribunale delle acque pubbliche sulla nota vicenda della centralina idroelettrica in Val Fraina è dir poco.
La prima cittadina di Premana ha letto nel consiglio comunale in streaming di lunedì una lunga e tesissima comunicazione a proposito della controversia originata dal rigetto da parte della Provincia di Lecco dell’autorizzazione unica alla famosa mini centrale; il ricorso è contro Comune e Provincia ma interessa pure la Regione Lombardia.
“In sintesi – ha dichiarato Codega – la società ritiene che tutti i coinvolti hanno colpevolmente deliberatamente ritardato l’esito della procedura, impedendo in concreto all’operatore privato di accedere ai finanziamenti nazionali per la produzione di energia elettrica. La società ritiene che se fossero state rispettate le tempistiche previste dalla normativa il progetto sarebbe stato ammesso al finanziamento”.
Come noto, il risarcimento che viene richiesto agli enti pubblici da Energia Futuro è “nell’ipotesi peggiore di 8 milioni 284.000 euro“. La prima udienza di discussione è prevista per il 26 maggio 2021.
“Ci siamo immediatamente attivati per costituirci in giudizio e martedì 16 (oggi, ndr) avremmo un ulteriore incontro per la definizione del collegio difensivo il quale, tenuto conto della complessità della vicenda, ipotizziamo sarà costituito da almeno due avvocati che ci seguiranno in tutti i gradi di giudizio. Ci opporremo fermamente alla richiesta della società la complessità i valori economici della controversia sono rilevanti l’unica certezza in questo momento è che ci saranno conseguenze immediate sul bilancio comunale nel quale saremo obbligati a recuperare risorse in contanti, decine di migliaia di euro per i pagamenti delle spese legali. Sono state attivate le coperture assicurative sottoscritte dal Comune, in particolare per la responsabilità civile; nell’immediato comunque saremo costretti a finanziare con risorse nostre le spese legali in attesa di comprendere quale sarà l’evoluzione della vicenda. Superfluo affermare che la preoccupazione è tanta: la società Energia Futura srl è la stessa che ha chiamato in giudizio il Comune di Castione Andevenno in una vicenda simile e purtroppo il caso di Castione fa Giurisprudenza. In quel caso la società, pur avendo realizzato la centralina idroelettrica, ha comunque avanzato richiesta per ottenere un risarcimento danni per i ritardi accumulati di quasi 7 milioni e 800.000 euro. Non cambia di molto la sostanza il fatto che poi la vicenda si sia chiusa con un accordo transattivo tra le parti, riducendo il risarcimento a 3.200.000 dei quali 2.450.000 versati dalla compagnia assicuratrice del Comune e gli altri 850mila pagati direttamente dal Comune“.
“Non va esclusa a priori – ha aggiunto allarmata la sindaca – la possibilità che il Comune di Premana possa essere chiamato in futuro a risarcire importi rilevanti tali da mandare in grave sofferenza il bilancio comunale se non peggio. Nella migliore delle ipotesi saremo costretti a prendere dal bilancio le risorse per i compensi degli avvocati da oggi e per i prossimi anni e sicuramente per il bilancio comunale non saranno poche; purtroppo dobbiamo reperirle tagliando da altre funzioni che forse in questo momento più interessano e sono utili alla popolazione. Sulla base dei principi contabili oggi applicati ai Comuni sarà anche necessario stanziare in bilancio uno specifico fondo di garanzia delle passività potenziali future. È ancora presto per ipotizzare di quale importo si dovrà parlare, ma di certo non si potrà prescindere dal valore milionario del ricorso. Questo vuol dire che probabilmente non solo la gestione della spesa corrente verrà limitata, ma anche quella degli investimenti – con il concreto rischio di fortissime limitazioni per tutta la durata del percorso giudiziario. Tutti da sviluppare inoltre sono gli eventuali profili di responsabilità in capo agli amministratori e/o funzionari comunali. Nel caso di Castione, ad esempio, una quota rilevante di quanto pagato dal Comune è stata posta a carico dei sindaci e dei funzionari”.
“La situazione è molto grave – ha poi ribadito Elide Codega – e vorrei che fosse chiaro a tutti voi amministratori che una situazione simile Premana non l’ha mai vissuta; lo scenario che per anni l’attuale compagine politica di maggioranza che governa e ha governato prima ha tentato di scongiurare è ora drammaticamente reale, il compito dei nostri avvocati sarà quello di dimostrare che il Comune per quanto di sua competenza ha evaso in tempi utili gli atti per l’autorizzazione unica. Chiaramente si andrà ad individuare anche l’eventuale responsabilità di terzi che direttamente o indirettamente hanno speculato per ragioni proprie su questa questione, condizionando la capacità di giudizio delle varie amministrazioni che si sono succedute e dilatando così tempi di decisione”. parole gravi che in pratica coinvolgono quanti in passato si sono battuti contro la centralina, compresi movimenti, comitati, associazioni ambientaliste eccetera.
“Ribadisco – ha concluso Codega – che il Comune di Premana si trova esposto a ripercussioni economiche di una gravità mai vista prima e questa situazione potrebbe condizionare le scelte di questa amministrazione e quelle delle amministrazioni a venire per i prossimi 10-15 anni, visti i tempi di questo tipo di controversie. Le conseguenze potrebbero ricadere anzi ricadranno sicuramente direttamente sulla popolazione intera di Premana, con l’impossibilità di erogare servizi, compresi quelli educativi e sociali, e con l’impossibilità di investire in opere necessarie alla salvaguardia della sicurezza e dello sviluppo del territorio. Tutto questo solo nella prima fase, quella che si prospetta nell’immediato futuro in attesa delle conclusioni da parte del tribunale. Vorrei cercare di essere ottimista e di immaginare che tutto andrà per il meglio e che il Comune dovrà finanziare solo le spese legali, ma voglio anche essere realistica: si apre per il Comune una fase di incertezza estrema, che apre scenari di inquietudine non solo per l’ente in sé ma anche per le persone che sono stati in passato amministratori. Anche questo è un costo da considerare e neanche dei più facili da gestire visto il tempo che servirà per definire la vicenda. Forse qualcuno dovrebbe farsi un profondo esame di coscienza sulle posizioni tenute in passato e con il senno di poi chiedersi se valeva veramente la pena di arrivare a questo”.
RedPre
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