BELLEZZE VALSASSINESI: VAL BIANDINO, UN PARADISO TRA BAITE E PASCOLI



INTROBIO – Chi dice Introbio dice Val Biandino. Ma da dove deriva il nome “Biandino”? Il nome della bellissima valle situata poco sopra il paese di Introbio potrebbe derivare dal nome personale latino Blandinus o anche aver a che fare con parole tipo Bondo, Bondeno, Bondegno, Bondieno (*) termini che in definitiva significano: pascolo.

A sua volta il termine “pascolo” deriva dalle voci lombarde bonda, bonaccia, bondàl termini vicini a convale, conca, recesso di montagne che al suo tempo risalgono alla voce gallica bunda, nel significato di suolo fondo, luogo appartato.

Infatti, la Val Biandino è un luogo magico, appartato, dove i pascoli si incontrano con le cime e dove la pace trova l’anima di chi ha avuto la possibilità di visitarla. 

Le sue baite, i suoi pascoli, le marmotte che al passare ti salutano per poi nascondersi, una bellezza naturale senza paragoni che non appartiene a nessuno ma riguarda tutti. 

Ma non solo, la Val Biandino è anche storia, lotta alla liberazione con le vicende dei partigiani durante la seconda guerra mondiale e anche terra per i buongustai grazie alle prelibatezze e soprattutto il bitto perché non tutti sanno che, fin da prima dei romani, la Val Biandino è uno dei punti cardine della Via del Bitto: era la via che collegava nel modo più rapido possibile la pianura brianzola alla Valtellina. 

Lungo questa “strada” sono passati mercanti, pellegrini, funzionari, soldati, barbari e pastori. Migliaia di pastori, che hanno portato al pascolo tra i vari alpeggi mucche e capre.

Insomma, dire Introbio è dire Val Biandino, un posto che non appartiene a nessuno ma identifica tutti quanti.

F. M.

(*) informazioni tratta dal volume “Introbio, una comunità parrocchiale nei secoli”

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