SONDRIO – “L’emergenza Covid ha innescato un cortocircuito sul fronte delle materie prime con rincari insostenibili per l’alimentazione degli animali nelle stalle dove vengono riconosciuti compensi per il latte più bassi degli scorsi anni. E anche in provincia di Sondrio come nell’intero settentrione lombardo, dove il comparto lattiero caseario è un elemento di traino per l’economia rurale, siamo preoccupati”.
L’allarme espresso da Coldiretti. “Si tratta di un problema ben più articolato che interessa l’intera penisola e per il quale la nostra organizzazione agricola, attraverso il presidente nazionale Ettore Prandini, giustamente ha chiesto una immediata convocazione al Ministero delle Politiche Agricole del tavolo sul latte. Va affrontata un’emergenza diventata insostenibile”.
Le quotazioni dei principali elementi della dieta degli animali hanno infatti raggiunto i massimi storici con il mais, che registra il maggior incremento del decennio mentre la soia ha raggiunto il picco da quasi sette anni secondo l’analisi della Coldiretti per i contratti future nei listini del Chicago Bord of Trade (CBOT), il punto di riferimento internazionale per il mercato future i delle materie prime agricole. Una situazione insostenibile con il rischio di non riuscire a garantire razioni adeguate agli animali soprattutto di fronte ad alcune proposte di riduzione dei prezzi riconosciuti alla stalla per il latte che mettono in pericolo la sopravvivenza della cosiddetta Fattoria Italia.
“Lo scenario è addirittura più esteso e c’è in gioco c’è il futuro dell’allevamento italiano in una situazione in cui con la pandemia da Covid – continua l’associazione – si è aperto uno scenario di riduzione degli scambi commerciali, accaparramenti, speculazioni e incertezza che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per conquistare l’autosufficienza produttiva nei settori strategici per garantire l’alimentazione delle popolazione. Nell’immediato bisogna garantire la sostenibilità finanziaria delle stalle con la responsabilità dell’intera filiera per non perdere capacità produttiva in un Paese come l’Italia che è fortemente deficitaria per i prodotti zootecnici ma c’è anche bisogno di un piano di potenziamento o e di stoccaggio per le principali commodities, dalla soia al mais fino all’atteso piano proteine nazionale per l’alimentazione degli animali in allevamento per recuperare competitività al Paese rispetto ai concorrenti stranieri”.