CENTRO VALLE – Sveglia che suona alle due del mattino anche se il sonno non è stato profondo, c’è trepidazione: oggi è il giorno della partenza per Biandino.
Prima bisogna mungere perché le vacche in lattazione non possono smettere di produrre latte a comando. Terminata la mungitura si passa ai campanacci, ad ogni vacca viene appeso il suo, e qui gli animali capiscono che è il grande giorno. Appena Mauro Pomi avvicina la cintura al collo della vacca questa drizza le orecchie attenta ad ogni movimento dell’allevatore, gesti calmi ma che nascondono emozioni intense, mentre chiude la fibbia si vedono brillare gli occhi di Mauro, non sta più nella pelle, come del resto le sue bovine. “Alcuni di questi campanacci hanno più di cento anni” racconta.
Alle prime luci dell’alba le mucche escono dalla stalla di Primaluna tra salti, spinte per passare davanti alle altre e muggiti. Bisogna affrontare a piedi il cammino che durerà circa quattro ore. La partenza di primo mattino è per evitare che il caldo sorprenda la mandria durante la salita.
Si “carica il monte” (portare la mandria in alpeggio), gli agricoltori con la famiglia per i tre mesi estivi si trasferiscono nelle baite di alta montagna tra i pascoli. L’alpeggio è una festa, una sorte di rito che ogni anno coinvolge le famiglie i parenti e gli amici che partecipano a questo trasferimento, si uniscono fatica e solidarietà.
Da Pasturo, a circa mezz’ora di distanza si incammina la mandria di Antonella e Natalino (nella foto in copertina), ad accompagnarli tante persone e il fedele Tarzan, cane pastore australiano che controlla il bestiame abbaiando e correndo avanti e indietro a fare rientrare in strada i capi che si allontanano dal resto del gruppo.