COMUNITÀ MONTANE DI OGGI E DI IERI. “GUARDIAMO IN CASA NOSTRA”: SENSAZIONI E RICORDI



Storie del Grattacielo. I 60 anni del Pirellone tra cultura industriale e attività istituzionali di Regione Lombardia” - Consiglio Regione LombardiaCorreva l’anno 1993 e Regione Lombardia cominciò a mettere mano a quell’ “Ordinamento delle Comunità montane” che di fatto segnò l’inizio del loro lento ma inesorabile declino.

Dopo che le CM in piena autonomia si erano dotate di un proprio Piano territoriale, venne ridimensionata la possibilità di pianificazione e anche per questo motivo il loro peso specifico, politicamente parlando, calò drasticamente. Le CM forse ormai ritenute sorpassate dai tempi non furono adeguatamente sostenute neppure dal legislatore nazionale e successivamente in molte Regioni questi Enti montani nati nel 1971 con legge dello Stato chiusero i battenti, trasformandosi in altro o furono ridotti di numero come capitò anche in Lombardia.

Proprio in quegli anni essendo a Villa Migliavacca a Introbio, allora sede della locale CM, ben ricordo come cominciarono a mutare i rapporti e le interlocuzioni con Milano: una sorta di dipendenza politico-amministrativa sembrò comprimere l’autonomia acquisita e non fu solo una mia impressione. Rimasi ancora per poco ma non fu una circostanza piacevole.

Come infatti succede negli Organismi di secondo livello l’operatività dell’Ente, anche la Valsassina, dipese sempre più dai sussidi concessi con inevitabile discontinuità dal livello centrale. Senza una propria capacità impositiva questo non poteva che essere vissuto come un limite e un’ ulteriore “Diminutio”: per altri motivi, analogo ridimensionamento é capitato più avanti anche alle bistrattate Province. Ora si parla ancora di Autonomia e di risalire la china ma da allora e ad opinione comune la situazione non é certo migliorata.

Nonostante i miei ormai lontani trascorsi “Comunitari” inevitabilmente e per immutata passione politica continuo a seguire l’andamento degli Enti territoriali in Valsassina, nei quali so per certo lavorano seri professionisti quotidianamente occupati dalla ordinaria amministrazione ma sono effettivamente ed onestamente più interessato alle dinamiche politiche che poi determinano le scelte territoriali che ci riguardano direttamente. Un governo meno avulso da questo auspicabile e migliorabile contesto sarebbe assai apprezzato dai cittadini.

Guardiamo dunque in casa nostra. Come dicevo poc’anzi le proposte dell’attuale CM sono contributi “sub iudice” che vanno poi validati dai cosiddetti Enti superiori e ciò, pur essendo legittimo, ha fatto si che il Parlamentino locale abbia perso in autorevolezza e incisività: per questa situazione non intendo attribuire responsabilità o colpe agli attuali vertici di Prato Buscante ma di fatto Presidente e Assessori sono spariti dai Radar, anche se ho letto che pure in tempo di Covid la Comunità Montana ha lavorato da “Dietro le quinte”.

C’é però bisogno di maggior visibilità e coinvolgimento sulle problematiche che alla gente interessano e incidono sulla qualità della loro vita. Mi riferisco anche alla recente questione della viabilità in centro Valsassina che non tocca solo i comuni direttamente coinvolti dai cantieri ma é questione che riguarda tutti, proprio perché tutti ci muoviamo sul territorio.

Le persone che vivono nei nostri paesi se adeguatamente informate sanno appassionarsi e scendere in piazza, come i Valsassinesi fecero con le manifestazioni per la Lecco-Ballabio.

Il tutto si discute invece in riunioni semisegrete e dunque semiserie: i contenuti sono poi diffusi al Popolo in tempo reale solo grazie alle preziose e puntuali pagine dell’informatissima Valsassinanews (grazie, troppo buono – ndd).

Ne risulta una gestione che dall’esterno appare e viene percepita come amorfa e senz’altro slegata dal contesto socio-economico che dovrebbe rappresentare. In più. Aver drasticamente ridotto il numero dei componenti dell’Assemblea comunitaria non ha certo giovato alla rappresentanza territoriale, tant’é che spesso si ha notizia delle periodiche e rutinarie riunioni solo tardivamente e a cose fatte.

A risollevare le sorti dell’Ente non ha finora giovato poter vantare all’interno dei propri confini il Parco regionale della Grigna settentrionale che sopravvive stancamente a se stesso.

Non credo fosse questo il futuro e il destino che Pietro Pensa e Giovanni Fazzini, fra i primi indimenticati Presidenti e Padri nobili, avevano in mente per la nostra Comunità Montana.

Claudio Baruffaldi

Ex presidente
Comunità Montana VVVR
(1992-1996)

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