Gentile redazione, esprimo la profonda preoccupazione e rabbia per il modo in cui è gestito il progetto di sistemazione del ponte di Pagnona e vi chiedo di accendere i riflettori sulla pessima pianificazione di tale intervento, così da poter ottenere un’immediata correzione di rotta.
Esso infatti creerà grandissimi danni a un territorio già enormemente penalizzato, proprio nel periodo dell’anno in cui ci sarebbe maggiore bisogno di garantirne l’accessibilità.
In questi giorni, con interviste e altre comunicazioni le istituzioni provinciali e comunali si affrettano a raccontare il progetto di sistemazione del ponte e la chiusura della strada con toni trionfalistici. La verità è però ben diversa, perché oltre al danno ci sarà la beffa.
Vien detto che i lavori vengono fatti in estate per non creare disagio a studenti e lavoratori. Quale disagio? A un paio di dozzine di ragazzi viene evitato di fare 5 (cinque!) minuti a piedi per raggiungere il bypass sul Varroncello, per poi salire a bordo dei mezzi per andare a scuola. Ai lavoratori, invece, si dice che si evita il disagio perché in estate non si lavora! Ma quale lavoratore può permettersi due mesi di ferie??? Non solo: in che modo il disagio di chi continuerà a lavorare è stato evitato, visto che non c’è traccia di indicazioni su quali e quanti saranno gli spazi di sosta per le auto (e i furgoni) all’altezza del blocco del ponte e se ci sarà margine di manovra per effettuare l’inversione di marcia?
Ebbene, questo sarebbe il grande successo?
Peccato che nessun cenno viene fatto sugli enormi danni per tutto il resto della popolazione, all’economia già malridotta del paese di Pagnona, oltre che delle zone limitrofe e dell’intera valle.
Quest’estate, infatti, a Pagnona non ci sarà di fatto più nulla e persino la vicina Premana ne risentirà.
A Pagnona non ci sarà più il mercato, perché i due ambulanti che allestivano il banchetto settimanale vicino al Comune saliranno per davvero con i loro mezzi dall’indecente strada di Dervio?
A Pagnona difficilmente arriveranno con regolarità i furgoni dei surgelati, che in paese servono tante persone, soprattutto anziane.
A Pagnona i fornitori delle poche attività arriveranno a rilento, perché chi glielo farà fare di perdere il doppio del tempo (e qualche fiancata malridotta) per salire da Dervio o di trasbordare le merci su un ponte pedonale?
A Pagnona non arriveranno più gli escursionisti che si fermavano in paese a fare un paio di acquisti prima di salire sul Legnone o nel vicino rifugio. Perché saliranno dall’altra parte e compreranno il pane altrove.
A Pagnona non passerà più nemmeno un’auto o una moto di quei gitanti che, percorrendo il giro dalla Valsassina alla Valvarrone, di tanto in tanto entravano in paese, un po’ per caso un po’ per curiosità. Poche auto e poche moto ma che facevano parte di un viavai rassicurante.
A Pagnona i soccorsi arriveranno ancora più a rilento perché, elicottero a parte, qualunque soluzione prevedrà tempi più lunghi non essendoci alcun passaggio carrabile tra Premana e Pagnona.
E i villeggianti delle seconde case? Proprio a luglio e agosto grazie a loro si vivacizzava il paese, facendo girare quel poco di economia in più negli esercizi pubblici (i bar, l’edicola e l’alimentari). Perché loro, in quegli esercizi pubblici i soldi li lasciavano. Qualche volta capitava pure che dessero anche lavoro a operai e artigiani del paese con i piccoli interventi di manutenzione delle seconde case.
Arriveranno ancora? Qualcuno di loro, più coraggioso, salirà forse da Dervio, qualcuno tenterà di lasciare l’auto prima del ponte, se ci sarà posto, ma molti rinunceranno.
E Premana? Persino Premana ne soffrirà, perché chi quelle zone le abita sa benissimo che tutto ciò che non si trova a Pagnona, la gente andava a procurarselo a Premana. La ferramenta, la farmacia, la pizza, i generi che ci sono alla cooperativa di consumo e che alla bottega di Pagnona non si trovano, la discarica, …. Per tutto questo e molto altro la gente si sposta a Premana e capita persino che ci siano premanesi che arrivano a Pagnona per qualche necessità, perché tra i due paesi lo scambio è in fondo ben più forte della rivalità e i vantaggi da sempre ci sono per entrambi.
C’è il bypass pedonale, qualcuno dirà. Pedonale appunto e mica tutti potranno portarsi a mano la spesa, le casse dell’acqua o altro materiale.
A tutto questo, nessuno ha pensato. E allora eccolo il capolavoro: mortificare un paese, anzi due, una valle e un’economia salvaguardando (?) l’interesse di pochi, che peraltro di disagi ne avrebbero comunque avuti in misura ridotta, invece che il bene di un territorio.
Il ponte si doveva sistemare. Certo. Ma il fine non giustifica i mezzi.
Perché, ad esempio, non si è pensato a un ponte provvisorio carrabile? Perché ci si è impuntati sui lavori a luglio e agosto? Non si poteva provare a maggio e a giugno con meno problemi per tutti?
Lettera firmata di un residente
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NOTA EDITORIALE
Questa e altre lettere in materia le abbiamo pubblicate, altre sono state cestinate/archiviate per vari motivi, altre comunicazioni sono ancora sono lì, da valutare. Ci scrivono via email ma per protestare sui lavori al ponte usano pure telefono e altri mezzi. Significativo, in un paese di poche anime. E anche per questo, una selezione degli interventi viene per l’appunto pubblicata.
A quanti invece “si sdegnano” e, anche tra i residenti a Pagnona, sostengono che non si devono diffondere missive di pura protesta oltretutto non firmate, segnaliamo che
-hanno pure loro la possibilità di scriverci facendo presenti le loro opinioni
-l’anonimato di chi ci invia materiali è relativo (sono tutte email regolarmente firmate, nelle quali per motivi diversi ci viene chiesto di non palesare le generalità degli autori – fatto che rispettiamo)
–il dibattito su temi di rilevanza sociale è un diritto ma soprattutto un dovere, per un giornale. La censura è il male, il confronto anche aspro può invece suggerire soluzioni e comunque non danneggia, anzi.
VN
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ALTRE PROTESTE PER LO STESSO CASO:
PAGNONA “MALTRATTATA E ISOLATA. CRISTO SI È FERMATO AL VARRONCELLO”
IL CASO PAGNONA: UN PAESE ‘ISOLATO’ PER MESI. TRA MUGUGNI E APPROVAZIONI