Un’ idea per scarpinare nei prossimi fine settimana: da Mandello verso i Piani Resinelli e la Valsassina per visitare una “cisterna romana” e un simpatico laghetto… industriale.
Nel recente passato e sempre per conoscere meglio il territorio, scrutando la cartina dei sentieri che dal versante a Lago portano in Grigna la mia attenzione è rimasta calamitata dalla curiosa dicitura “cisterna romana” e ho indagato un po’ già pregustando il piacere di poter curiosare in quell’angolino di mondo che mi era ancora sconosciuto. Detto-fatto.
Il luogo si trova sul sentiero che partendo da Rongio di Mandello passa accanto alla antichissima casa-torre della locale famiglia Lanfranconi e poi raggiunge la località Colonghei, dopo essersi riunito con altro cammino che proviene da Abbadia: in un’oretta eccomi al bivio che porta al vetusto manufatto che da un più recente approfondimento risulta, forse, essere stato costruito in età tardo Medioevale ma tant’é, lo volevo vedere ed era lì a pochi passi da me.
Raggiunto l’antico pozzo, risalendo da ultimo una ampia scala in pietra, l’ho osservato bene e ho cercato di capirne il funzionamento visto che è circondato da una vasca in muratura, in parte crollata, che doveva servire a raccogliere e convogliare le acque al suo interno oltre che a trattenerle per l’uso di chi stazionava in loco: la cisterna ottimamente impermeabilizzata sorge infatti su un’altura sporgente verso il lago rispetto al versante montuoso e dunque si prestava molto bene come luogo di avvistamento e osservazione sul territorio circostante. Affido però alle foto il compito di illustrare in mia vece lo stato di fatto e la pregevole fattura del ben conservato serbatoio. È invece sparita l’antica fortificazione di cui restano poche tracce verso la sommità del rilievo montuoso. In più. Dal sovrastante Zucco della rocca si gode la vista di un ampio paesaggio, sul lago e sulla vicina e ormai conosciutissima cascata del Cenghen che decisamente merita una visita e un’altra passeggiata.
Era il 10 luglio dell’anno passato quando per la prima volta ho visitato la cisterna: mentre camminavo alle 7 del mattino l’onnipresente W-app mi comunicò puntualmente che da poche ore ero diventato nonno della mia prima nipotina: dopo la bella notizia ho proseguito spedito la salita, portando sulle spalle e nello zaino anche l’atteso e piacevole evento.
Ripreso l’originario sentiero sono presto arrivato ai Colonghei e dopo aver dato un’occhiata al rifugio Rosalba che si intravvede fra le guglie ho proseguito l’escursione fino ad un ameno laghetto recintato, a causa delle sponde in liscio cemento: mi hanno detto alcuni residenti che è il bacino di raccolta delle acque per un noto stabilimento di Mandello del Lario, verso il quale sono convogliate attraverso una serie di imponenti tubature che si incontrano anche nel bosco e salendo dalla vicina strada agrosilvopastorale.
Siamo ora in località Campelli: dopo aver visitato la suggestiva e remota chiesina di Santa Maria, seguendo la strada asfaltata si sale ai Piani Resinelli. Ammirate la Grignetta e le guglie della cresta Segantini si può scendere a Ballabio o come ha fatto il sottoscritto, tornare a recuperare l’auto a Rongio da dove ero partito, ripassando dalla famosa fontana Rossana conosciuta e frequentata dagli assetati escursionisti.
Ovviamente il giro si può fare anche scendendo dai Resinelli: dai Colonghei, infatti, la cisterna é a un tiro di schioppo e la si può raggiungere per facile e ben segnato sentiero.
Quel giorno non ho visto camosci e altri animali selvatici ma solo una tranquilla e sbiadita chiocciola che si gustava il sole nei pressi del laghetto ma ero soddisfatto lo stesso per la bella giornata passata all’aria aperta e per aver conosciuto una nuova e piacevole realtà sulle pendici della Grigna: un pezzo di storia nascosta nei boschi, a due passi da casa mia.
Claudio Baruffaldi