Guardando dal fondovalle i Pizzi di Parlasco ci si rende subito conto che dalle sponde del Pioverna ci sarà da camminare un bel po’ per raggiungere i 1509 mt della croce sommitale sulla cima di Daas: salendo in auto fino al “Borgo dipinto” l’escursione però si accorcia di parecchio e si può fare. È il classico percorso ad anello che richiede un medio allenamento e, sulla dorsale alta, il piede sicuro.
La prima parte del sentiero attraversa una bella faggeta prima di arrivare a superare facilmente qualche balza rocciosa e un paio di canali per poi giungere al piazzale di alcune miniere di manganese ormai abbandonate: da qui la vegetazione diventa più rada e salendo con piacevole continuità e modesta pendenza si giunge presto alla bocchetta di Cavée o porta di Parlasco a mt 1180: ora si entra in un ambiente più severo e selvaggio ma grande interesse naturalistico, contornato dall’ampio paesaggio che si può ammirare anche sul versante a lago.
Le foto rendono bene l’idea di quanto il sentiero in alcuni tratti sia aereo ed esposto anche se va detto che con condizioni di meteo stabili e con il terreno asciutto anche il sottoscritto non ha trovato particolari difficoltà su tutto il percorso, fino al ritorno a Parlasco passando dal passo di Agueglio nei pressi del monte San Defendente che merita comunque una visita, con breve deviazione dal tracciato principale.
Scendendo verso Agueglio la discesa è facilitata da un paio di tratti attrezzati con catena e cavi metallici ma come dicevo, con un po’ di attenzione, ce la possono fare tutti: credo che tali strutture possano servire soprattutto a chi frequenta questi luoghi anche d’inverno quando la presenza di neve e ghiaccio sui tratti in ombra rendono senz’altro più apprezzabile questo tipo di supporti che garantiscono maggiore sicurezza nei tratti più esposti e scivolosi.
Ammirata ancora una volta la Grigna si imbocca il facile sentiero che proprio dietro la cappelletta di Agueglio scende rapidamente a Parlasco attraversando un diverso versante della stessa e ampia faggeta che avevamo rimontato solo poche ore prima, verso gli alti Pizzi.
Questo percorso l’ho fatto più volte e in altra occasione sono partito da Cainallo e dunque ho potuto apprezzare il paesaggio da diverse angolature, tutte suggestive e meritevoli di futuri approfondimenti: il promontorio di Bellagio e il lago hanno sempre un fascino particolare come le immagini possono testimoniare anche ai più dubbiosi o indecisi. Dunque, zaino in spalla.
Claudio Baruffaldi