CORTABBIO FESTEGGIA SAN LORENZO CON IL FARO E LA POLENTA DEGLI ALPINI



PRIMALUNA – Nelle celebrazioni patronali in chiese ambrosiane dedicate ai martiri come San Lorenzo a Cortabbio, la liturgia si apre con l’accensione del Faro. Anche la frazione di Primaluna, grazie ad Alpini e volontari in questo periodo di restrizioni e pandemia, non ha voluto rinunciare alla festa del Santo a cui e dedicata la parrocchiale.

Il rito consiste nella combustione di un globo di bambagia (popolarmente: il Pallone) mediante un’asta al cui vertice sono fissate tre candelette. Il Faro è simbolo del sacrificio del martire che ha dato la sua vita per il Signore e di solito è ornato con i simboli del martirio: corona, palma e croce. Ad accendere questo antico simbolo cristiano il parroco don Marco Mauri durante il Gloria nel corso della celebrazione della messa.

La chiesa di San Lorenzo in frazione Cortabbio si presenta con facciata a capanna caratterizzata dalla serliana a vetri policromi e dal sottostante portale in pietra con incisa sulla fronte la dedicazione. Nel timpano è ripetuta la dedicazione a San Lorenzo con pittura a secco. La struttura interna è ad unica navata in due campate coperte da volta a botte con unghie e terminante in un presbiterio quadrangolare con identica copertura. Nella prima campata sulla parete destra troviamo l’accesso all’ossario. Nella seconda campata si trovano a sinistra la cappella dedicata a San Domenico ed a destra quella dedicata ai Santissimi Gaetano e Giuseppe. Il presbiterio conserva ancora oggi, unico esempio in Valsassina, l’impianto barocco impresso dai lavori della seconda metà del Seicento.

Grazie agli Alpini dopo la funzione in tanti hanno usufruito della polenta taragna da asporto cucinata alle 12 con maestria dai volontari dell’associazione Gruppo di Cortabbio.

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