Dopo la celebrazione del suo martirio, oggi il Vangelo ci parla ancora di Giovanni Battista e anche di Gesù. Anzitutto quale contrasto far la figura del battista e quanto Isaia dice del popolo ebreo! Giovanni Battista onora Dio non solo con le labbra ma con tutta la sua vita e dice la serietà del seguire Gesù.
Nel tempo, Giovanni ha preceduto Gesù di alcuni mesi, ma quando l’ha incrociato sulla sua strada lo ha seguito: “occorre che lui cresca e io diminuisca”.
E’ una parola che si addice anche a noi? Come viverla?
– quando un prete non si serve del proprio ruolo per apparire lui e così offuscare Gesù;
– quando un genitore dimentica sa stesso e lascia che il proprio figlio segua Gesù;
– più in generale: la ricerca della propria gloria personale, il vanto, la superbia: sono gli atteggiamenti contrari a quello di Giovanni Battista.
“Che lui cresca e io diminuisca” ci fa anche chiedere se c’è qualcosa o qualcuno nella nostra vita per cui vale la pena vivere, faticare, soffrire, morire; qualcosa o qualcuno che se quello riesce e tu scompari, è ciò che paradossalmente ti dà gioia.
E’ la gioia di una mamma che dà la vita perché suo figlio nasca e viva; è la gioia dell’utilità, mentre il mondo ci propone la gioia della non fatica e spesso delle futilità.
Questo profeta austero, quasi luttuoso, che esultò di gioia nel grembo di Elisabetta alla visita di Maria che portava in grembo Gesù, esulta ancora oggi di gioia mentre scompare davanti a Gesù che si fa avanti.
E’ così che il Battista ci presenta Gesù: “Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; Egli attesta ciò che ha visto e udito”.
Egli ce lo indica come l’unico necessario per conoscere il Padre e per entrare in comunione con Lui.
Gesù ci rivela il Padre attraverso tutta la sua persona:
– la sua parola,
– il suo guardare il mondo
– il modo di accogliere gli uomini
– il suo modo di vivere in comunione con il Padre e di pregarlo.
Abbiamo tanto bisogno anche noi di lasciarci attrarre da Gesù per saper vedere la realtà con i suoi occhi e scorgervi la Provvidenza, per essere guariti dalle nostre miserie e sperare in una vita più buona, per liberarci dalla paura della morte e saperci affidare al Padre, per desiderare che venga il suo Regno.
Don Gabriele
Vicario parrocchiale