BARZIO – Uno studio commissionato da un privato ha ridisegnato l’area di esondazione del Pioverna; i Comuni di Barzio, Introbio e Pasturo ne hanno preso atto e si apprestano a cambiare i vincoli presenti sui terreni al limitare del torrente.
Ma se per modificare i vigenti Pai (piani di assesto idrogeologico) e Pgra (piani gestione dei rischi alluvione) ai Comuni della piana basta il parere di una parte terza e la volontà politica, sull’area di pertinenza barziese insiste la tutela del Plis (Parco locale di interesse sovracomunale), che però non è stato ancora regolamentato.
Innanzitutto le modifiche, che nelle carte sono facilmente intuibili: l’area verde definita nel Pgra vigente “a rischio idrogeologico molto elevato” – sparisce completamente nel tratto tra Barzio e Pasturo mentre permane (in azzurro), con alcune modifiche, nel tratto dove il Pioverna fa da confine tra Pasturo e Introbio.
La vicenda è descritta negli atti pubblicati in questi giorni all’Albo pretorio del paese dell’altopiano, capofila nel progetto, ed è così possibile ricostruire passo passo quanto accaduto in questi mesi.
Partiamo dall’inizio. Il 10 febbraio scorso l’ingegner Tomaso Invernizzi di Primaluna e il geologo Matteo Lambrugo di Bellano (scritto Mateo negli atti, nda) depositano “l’aggiornamento allo studio di perimetrazione dell’area a rischio idraulico del torrente Pioverna nei Comuni di Barzio, Introbio e Pasturo”. Lo studio “è finanziato da fonti private aventi proprietà nelle zone interessate ed in particolare, nel tratto di fondo valle compreso nei territori comunali di Barzio, Pasturo e Introbio” ed “è stato proposto in seguito alla realizzazione degli interventi di regimazione idraulica lungo il torrente Pioverna”.
Prima di prendere atto degli aggiornamenti e chiederne alla Regione l’approvazione, l’amministrazione barziese richiede un parere esterno individuandolo nello Studio Associato di Ingegneria e Geologia Ingeo di Lecco che il 23 settembre comunica l'”esito di conformità”. A firmare la relazione l’ingegner Valeria Locatelli di Moggio e il geologo Domenico Scinetti di Dubino.
A questo punto i Comuni potrebbero chiedere agli uffici competenti di Regione Lombardia di aggiornare la perimetrazione e di conseguenza di eliminare i vincoli stabiliti decenni fa e riconfermati l’ultima volta nel 2012. Nella sostanza nulla impedirebbe di costruire sino agli argini del torrente.
O quantomeno questo possono fare Pasturo e Introbio, perché Barzio dovrebbe invece fare i conti con il Plis all’interno del quale ricade anche l’area alluvionale del Pioverna.
Istituito nel 2016 dalla precedente giunta, il Plis di Barzio è stato ritenuto strategico nelle politiche di tutela e riqualificazione del territorio dalla Provincia di Lecco e ha raccolto pareri positivi da Ats Brianza, Arpa, Parco delle Orobie bergamasche, Vigili del Fuoco, Comunità montana della Val Brembana e Federcaccia lecchese. Motivi per i quali, al cambio di amministrazione, l’attuale maggioranza assicurò che “sarà nostra cura completare il Plis con il relativo regolamento”.
Regolamento che però non è stato ancora predisposto, con la conseguenza di rendere incerta l’efficacia di ogni aggiornamento, tra cui anche la perimetrazione dell’area di esondazione del Pioverna.
Ciò che è certo invece è che i Comuni, facendo proprio lo studio idrogeologico voluto da un privato con dichiarati interessi in loco, aprono la strada a una possibile speculazione edilizia su un’area fino a un momento prima sottoposta a severi vincoli che gli stessi Comuni ritenevano necessari “sia per una corretta gestione delle emergenze che per la definizione degli eventuali interventi di mitigazione, in accordo con la direttiva regionale del piano gestione dei rischi alluvione”.
Cesare Canepari