CREMENO – Il 30% delle missioni del Cnsas riguarda escursionisti illesi; il trend è costante e continua a preoccupare gli esperti. Sono dati che fanno riflettere quelli snocciolati questa mattina dai responsabili valsassinesi e lariani del Soccorso alpino, soprattutto per il rapporto tra pazienti feriti e persone illese che le squadre del territorio sono chiamate a soccorrere. A parlarne il capostazione Alessandro Spada e il delegato Marco Anemoli presentando la nuova attrezzatura pensata appositamente per le necessità del Cnsas.
La sezione Valsassina-Valvarrone della XIX Delegazione Lariana del Cnsas è composta da un gruppo forte e unito di 65 professionisti iper-specializzati che gratuitamente e ad ogni ora del giorno sono pronti a dare soccorso sui nostri monti. Altri cinque candidati under 30 entreranno presto nel corpo e quattro stanno preparandosi per l’anno prossimo, “e avere con noi tanti giovani è segno di benessere, è positivo per il futuro” spiega Spada. Oltre a squadra forre e cinofili, motivo d’orgoglio sono anche i tre medici che con la loro presenza garantiscono una assistenza sanitaria che altri corpi di soccorso non hanno.
Eppure nella sola area tra il Colle di Balisio e Colico continua a registrarsi un’alta concentrazione di escursionisti impreparati alle asperità che la montagna riserva o senza attrezzatura adeguata per “ragioni spesso evitabili” chiosa il capostazione. Nei primi nove mesi di quest’anno ad esempio, su 77 interventi, 33 delle 83 persone soccorse sono state classificate “illese”. Solo la conferma di un andazzo intrapreso da anni. Completano la statistica 43 feriti lievi e tre gravi.
Significativo anche il report dello scorso agosto che annovera 18 interventi nei primi 18 giorni del mese, con 5 persone illese a fronte di 13 ferite. Andando a ritroso, anche nei 125 interventi del 2020 (dato record, nonostante la pandemia abbia duramente colpito gli spostamenti) 50 delle 147 persone recuperate sono risultate illese.
Utile da conoscere anche il numero dei decessi, sempre per l’area Ballabio-Colico: 15 nel 2020, quanto la media dei morti ogni anno sulle strade di tutta la provincia di Lecco. A rafforzare l’appello dei soccorritori alla formazione e alla prudenza un ultimo dato: tra le persone soccorse solo l’11% è socio Cai mentre il 78% non ha ricevuto alcuna formazione.
Di fronte alle cifre c’è poco altro da aggiungere: “L’educazione e la mentalità di chi si approccia alla montagna può fare la differenza” ribadiscono gli specialisti.
A margine delle statistiche ecco poi l’annuncio della dotazione di nuova attrezzatura altamente tecnica – picozze, ramponi e moschettoni – resa possibile dall’impegno di 12mila euro da parte di realtà economiche e benefiche del territorio.
C.C.