VAL BIANDINO SENZA CONTROLLO? “CHE GROSSA SORPRESA!”. IN DIFFICOLTÀ AIROLDI NELLE SPIEGAZIONI SULLA NUOVA STRADA



INTROBIO – Da una parte c’è l’Airoldi che quasi urla tutto il suo amore per la Val Biandino e rimarca di esserci stato su decine di volte (facendo tra l’altro pesare la “differenza” in questo tra lui e la consigliera di opposizione Nadia La Vecchia), dall’altra l’Airoldi che dice di “non poter piantare le tende per controllare quello che succede” nella stessa valle che tanto ama – dopo che il Comune aveva autorizzato l’autore della clamorosa nuova strada, scavata in luogo della semplice sistemazione del sentiero già esistente.

Insomma, quel territorio il sindaco di Introbio lo adora e lo frequenta, dopodiché non è in grado di garantire che non vi succedano cosacce: è accaduto, come noto, due anni fa quando improvvisamente è spuntato un ponte nuovo di zecca (vedi sopra), trasportato sul posto con tanto di camion ma senza alcuna autorizzazione né collaudo e quant’altro. Un fatto noto a tutti, ma evidentemente non allo stesso Airoldi & C.

Ed è capitato di nuovo con questa enorme “opera” realizzata da uno scavatore di grosse dimensioni. Eppure, il tutto è stato commentato con la frase testuale “Che grossa sorpresa!” da un Airoldi totalmente privo di mascherina – anche quando non parlava (stesso comportamento da parte del consigliere di maggioranza Benedetti).

L’interpellanza avanzata dal gruppo di opposizione ha messo in seria difficoltà sindaco e sostenitori – che in più occasioni hanno dovuto ammettere, pur se con la tradizionale baldanza del primo cittadino, tutto l’accaduto.

Che in sintesi è quanto segue: un signore di cui per motivi misteriosi non si può fare il nome durante il consiglio comunale (come se non lo conoscessero già tutti…) fa costruire una vera e propria strada, dopo aver chiesto al Comune di poter realizzare solo una sorta di restauro del sentiero che da Biandino porta a Santa Rita; poi però, alla faccia del sentiero nasce una ampia arteria che va dai 2 metri ai 2 metri e mezzo di larghezza la quale viene bloccata dopo aver raggiunto  i primi 600 metri, solo ed esclusivamente perché un passante si accorge di quello scavatore all’opera e segnala la cosa ai Carabinieri Forestali. Che arrivano, sequestrano il tutto,  appongono i sigilli e avvisano Airoldi, “grandemente sorpreso”.

Il municipio? Fino ad allora all’oscuro (su date e dettagli il sindaco in consiglio si dimostra vago e contraddittorio). Dopo il sequestro, il Comune di Introbio inizia a fare la sua parte e, un po’ “costretto”, sembra comunque adeguarsi a quanto ordinato dalla Forestale – mentre il caso è già in Procura.

Come si diceva, in aula Airoldi appare contrito per quanto successo, sorpreso e dispiaciuto anche se all’origine era stato felicissimo della proposta del famoso privato (di cui non si può però fare il nome) che gli aveva garantito di volere fare una buona azione per Biandino.

Ma è lo stesso sindaco che non riesce a controllare quello che succede in questo territorio che tanto ama.

Il fatto poi che la minoranza lo inchiodi alle sue responsabilità, palesemente lo infastidisce. Spesso deve correggersi e alla fine l’immagine offerta nell’aula consiliare e la confusione nelle risposte – quasi sempre in dialetto – confermano la sensazione di non avere sott’occhio gli avvenimenti in una porzione di territorio che, come gli ha ricordato Lino Artusi, è stata oggetto dell’80% delle ordinanze finora firmate dallo stesso primo cittadino.

Lo stesso Artusi si dichiara “soddisfatto” delle risposte – ovvero di aver fatto ammettere tutto l’accaduto ad Airoldi – aggiungendo che in Biandino vi sono “almeno altri otto casi di abusi“.

Infine, l’animato consiglio comunale di martedì sera avrà un’appendice data la richiesta formulata dall’opposizione di un incontro con la nuova segretaria comunale per via di alcuni passaggi non esattamente edificanti del consiglio stesso. Comprese a quanto pare quelle due mascherine non indossate dagli esponenti della maggioranza.

S. T.

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