100 settimane fa, il 28 febbraio 2020, è nata la “mail del venerdì”. Avevamo “chiuso” la struttura il 22 febbraio 2020 per questo virus misterioso e potente che avrebbe cambiato le nostre vite in un modo che nessuno avrebbe mai potuto immaginare, e ci siamo detti: “mandiamo una mail ai parenti per dire come sta andando questa settimana”.
Questa iniziativa è stata apprezzata e abbiamo avuto immediati riscontri positivi, per cui il venerdì successivo abbiamo scelto di scrivere nuovamente, raccontando le nuove attività proposte per non far percepire la solitudine ai nostri Ospiti, anche nei fine settimana, invitando i parenti e gli amici a mandare video, foto di famiglia ed a prenotarsi per videochiamate.
Il terzo venerdì Daria (la collega che si occupa di amministrazione) ed io stavamo facendo tardi in ufficio e ci sono arrivati due messaggi di parenti, che si chiedevano perché non avessero “ancora ricevuto la mail del venerdì”. Abbiamo subito provveduto, e non abbiamo mai smesso perché è diventato una sorta di “rito”, un modo per avvicinare gli Ospiti alle famiglie e le famiglie agli Ospiti.
La mail del venerdì è arrivata alla numero 100 (28 gennaio 2022) e per alcuni è un modo per “essere accompagnati in questo difficile percorso”.
Abbiamo scritto ogni venerdì, festività e ferie comprese, parlando di tamponi, vaccini, negatività e positività, vita nella rsa, feste, iniziative, incontri. Nel bene e nel male, sfogliando le mail del venerdì, si legge un pezzo di “storia” della nostra casa di riposo, momenti speciali e momenti difficili, paure e speranze.
Totale trasparenza.
“Non ho mai avuto tante fotografie di mia madre e vi ringrazio”, dice qualcuno, “Grazie a voi mi sento al sicuro”, dice un’altra parente. Si è creato un “ponte” tra “la Casa” e le famiglie, una rete che non li fa sentire soli ma li accompagna, dentro e fuori la struttura, in ogni fase della pandemia.
Non vedo l’ora di poter scrivere “questa è l’ultima mail, è ora di festeggiare tutti insieme la fine della pandemia”, ma per il momento, ogni modo possibile perché il “filo” che unisce la rsa ai familiari sia anche “corda” per il legame stretto e forte che ci fa andare Avanti.
Veronica Bonicalzi