PRIMALUNA – Due cittadini di Primaluna hanno ricevuto questa mattina la Medaglia d’Onore del Presidente della Repubblica riservata ai deportati e internati nei lager nazifascisti durante la seconda guerra mondiale. Onorificenza per Giuseppe Manzoni, nato il 19 novembre 1919 a Cortabbio (ritirata dai figli Celestina e Adolfo) e per Francesco Selva, nato a Barcone il 27 marzo 1923 (rappresentato dalla nipote Costanza).
“Oggi termina la consegna delle medaglie di quest’anno – ha spiegato il prefetto Castrese De Rosa -. Una bella esperienza portare le medaglie direttamente nei territori. Grazie ad Augusto Amanti e a Mario Nasatti: il loro impegno mette alla luce le storie di queste persone, che con la loro testimonianza e il loro esempio possono insegnarci qualcosa, anche se con la nuova guerra sembra che non ci abbiano insegnato nulla“.
“In 12 anni da sindaco non ho mai visto un prefetto così presente, per questo lo ringrazio davvero – è intervenuto il primo cittadino Mauro Artusi -. Così come ringrazio Amanti per aver portato alla luce storie così belle e poco conosciute. Queste persone ci hanno insegnato davvero tanto, in particolare posso parlare di Giuseppe Manzoni che ho conosciuto personalmente. È stato un maestro per generazioni, è stato sindaco e con i suoi insegnamenti ha permesso di avere delle comunità solide, con valori importanti. Valori che purtroppo, come ci dicono questi giorni, spesso vengono trascurati. Ciò dimostra che anche quello che sembra impossibile può verificarsi. Le leggi che sembrano intoccabili, possono essere anche sottese e per questo spero che questa cerimonia continui”.
“Primaluna ha avuto ben 39 deportati e internati, di cui cinque morti: due nei lager, tre subito dopo la guerra per tutto quello che hanno subito – ricorda Augusto Amanti -. La storia insegna ma non ha alunni e quello che sta succedendo lo dimostra. Noi vogliamo ricordare questi avvenimenti per far sì che non avvenga più. Primo Levi diceva che chi dimentica il passato è destinato a ripeterlo. Ben 47 valsassinesi sono morti nei lager. Nel mio libro ci sono 403 deportati valsassinesi ma grazie a nuove ricerche abbiamo scoperto nuovi nomi. Un esempio è Francesco Selva , che dopo la guerra si è subito trasferito a Milano, per questo i documenti sono a lungo sfuggiti”.
G.G.
IN MATTINATA UN ALTRO RICONOSCIMENTO A TACENO: