Egregio Direttore
Leggo sul Suo quotidiano online del 04.03.2022 una “lettera firmata” che mi rammarica molto e che soprattutto mi rattrista, perché termina con illazioni non sostenute da prove concrete, né veritiere.

Mi riferisco alla comunicazione circa la “strettoia di Cortabbio” per la quale per dovere di cronaca i progetti che sono noti ai cittadini sono peraltro diversi da quanto asserito dall’anonimo firmatario della missiva.

Il progetto invece paventato nella predetta lettera prevede l’acquisizione e la demolizione di un paio di edifici, dei quali uno ad oggi abitato e per il quale il lettore prevede un lauto introito di denaro a favore dell’attuale proprietario.

Probabilmente il lettore non è informato né del progetto che ad oggi non prevede alcuna demolizione del fabbricato, né e soprattutto che l’acquisizione di un immobile per pubblica utilità non avviene a prezzo di mercato, bensì con importi irrisori rispetto a quanto da lui immaginato, per cui il proprietario del fabbricato residenziale si troverebbe con un “pugno di mosche in mano”, senza casa e con un risarcimento che non gli consentirebbe di acquistare un fabbricato analogo……altro che affare d’oro!!!!

Inoltre il lettore non ha tenuto conto dei possibili attaccamenti affettivi della famiglia ivi residente ai luoghi, quindi prima di esprimere pubblici giudizi, sarebbe preferibile valutarne l’opportunità.
 
Cordiali saluti

Antonella Valsecchi

 

 

LA PRIMA LETTERA, AL CENTRO OGGI DELLA SECONDA:

TANGENZIALE DI PRIMALUNA: “COME FARE CON LA STRETTOIA INSUPERABILE?”