CREMENO – Riceviamo e pubblichiamo la segnalazione di un pensionato di Cremeno protagonista, questa mattina, di una vicissitudine nota ma ancora non risolta e che non fa ben figurare la situazione degli uffici postali dell’altopiano.
Egregio Direttore, le scrivo rientrando da Pasturo dove ho potuto comodamente concludere l’operazione postale che avrei preferito completare a Cremeno, dove risiedo e dove posso spostarmi senza utilizzare l’automobile.
La questione è questa. Giunto alle Poste di Cremeno attorno alle 11 ho trovato una dozzina di utenti in coda. L’età era più o meno la mia, tutti pensionati, ma non tutti di Cremeno. Avevamo tempo per aspettare ma poca voglia di farlo al freddo.
Per ingannare l’attesa ci siamo messi a chiacchierare e c’è un punto che ci ha lasciati senza spiegazione. Non abbiamo capito perché la Posta di Cremeno è aperta sei giorni a settimana e non ha sala d’attesa, e invece la Posta di Barzio ne apre solo tre pur avendo uno spazio riscaldato dove aspettare il proprio turno?
Con entrambi gli sportelli a pieno servizio coda e attesa sarebbero dimezzate. E metà di noi non avrebbe sofferto il freddo.
Io dopo mezz’ora ho preso l’auto e sono andato a Pasturo ma gli altri utenti sono rimasti a Cremeno. L’ultimo di noi ci ha messo un’ora e quindici minuti prima di arrivare allo sportello, alle 12.45.
Aggiungo che queste non sono giornate di ritiro della pensione, dove un po’ di pazienza è da mettere in conto, ma l’utenza che ancora ha bisogno di recarsi allo sportello è proprio quella di noi nonni e chi di dovere dovrebbe tenerlo presente.
Lettera firmata