Negli anni ’80 e durante il mio primo mandato da sindaco in Comune a Primaluna un venerdì mattina ricevetti la visita di un giovane e preparatissimo funzionario di Regione Lombardia che mi aiutò, fresco amministratore comunale, a prendere coscienza della situazione ancora aperta e parzialmente irrisolta dei cosiddetti Usi civici dei quali in tutta onestà e ad onor del vero, non avevo mai sentito parlare. Tabula rasa in qua nihil scriptum est… di Aristotelica memoria.
Ma di cosa stiamo parlando? Molto utile per capirci qualcosa e apprendere i rudimenti della materia é il Report non probatorio del 1997, pubblicato sul portale ufficiale di Regione Lombardia che fornisce lo stato di attuazione delle Leggi di riordino degli usi civici sul territorio lombardo, che in apertura recita: “L’Uso civico é un diritto che spetta a coloro che compongono una determinata collettività, di godere terreni e immobili di originario possesso, appartenenti al Comune, a terzi o alla stessa collettività: é quindi una forma di utilizzazione parziale di utilità di un determinato territorio“.
In più e per capire meglio. Per uso civico al fine si intende il diritto di godere di un determinato bene e i principali “diritti” sono/erano quelli di pascolo e legnatico, di pesca ma anche il cosiddetto strame e pattume non era disdegnato in anni ormai lontani, cioè: “la raccolta di paglia, foglie, erbe secche, usate per la lettiera del bestiame“.
I tempi son cambiati ma certi diritti sono rimasti e forse qualcuno si é dimenticato che non é proprio roba sua e a volte, anche ai giorni nostri, i loro percorsi si intersecano, si intrecciano e pure cozzano con l’attuazione di moderne opere pubbliche o attualissime infrastrutture che interessano anche il territorio della Valsassina: scorrendo il Report, udite udite, si incappa nel Bando dell’8 agosto 1958 – (nell’immagine a sinistra) – che rendeva note modalità e termini temporali per regolarizzare la propria situazione e a tal fine il bando é corredato dal puntuale “Elenco delle occupazioni abusive”. Interessante, nevvero?
In questo mio primo contributo e in attesa di aggiornare la situazione, ritengo davvero curioso che sugli oltre 1.500 Comuni della nostra regione il Report del 1997 abbia citato proprio il bando e il territorio dell’ex Comune di Cortabbio: certamente in quell’anno non sarà stato solo questa piccola località a doversi mettere in regola, visto che in appendice allo stesso si trova un lungo e circostanziato elenco, provincia per provincia, che descrive ogni singola situazione amministrativa.
Chissà se da allora tutti i Comuni avranno diligentemente provveduto alla bisogna?
Claudio Baruffaldi
Già sindaco di Primaluna (1985-1995)
e presidente Comunità Montana VVVR (1992-1996)