BARZIO – “Te ghe resun, c’è stato un errore“. Con queste parole il vicesindaco di Barzio, Paolo Bianchi, ha annunciato il passo indietro sullo sgravio degli usi civici ai Piani di Bobbio, provvedimento che è parso essere inserito come un “cavallo di Troia”, perché sovradimensionato rispetto ai due progetti di Itb per lo sviluppo turistico estivo e invernale del comprensorio sciistico di Barzio e Valtorta.
Ci è voluto svariato inchiostro sui giornali, l’interesse del Wwf provinciale e poi regionale e anche più su, una diffida al Comune condivisa da Wwf, Legambiente, Lipu e Pro Natura e infine una partecipata assemblea pubblica con tanto di presentazione di una inchiesta sul tema, alla fine la giunta del sindaco Giovanni Arrigoni Battaia ha ‘abbozzato’. Giunta presente per intero, sugli usi civici si è espresso il vicesindaco riconoscendo come, sebbene nelle richieste di Itb e nei dispositivi vi fosse specificata la superficie ridotta da sgravare, nel dispositivo venisse invece richiesto lo sgravio degli interi, vastissimi, mappali. Ovvero non i 26.107 metri quadri dei progetti “Parco ludico” e “Nuova Ongania” bensì 1.573.715 mq dei complessivi cinque mappali coinvolti dai lavori.
“C’è stato un errore, probabilmente nel copia-incolla del documento, lo riconosco – ha spiegato Bianchi, sfogliando e leggendo ad alta voce gli incartamenti – e qui di fronte a tutti assicuro che nel prossimo consiglio comunale provvederemo a indicare nel Dispositivo che lo sgravio fa riferimento alle sole superfici richieste da Itb”.
Non essendoci motivo per dubitare della buona fede della giunta barziese, a fronte del riconosciuto errore, è lecito chiedersi chi abbia scritto ma soprattutto se qualcuno abbia letto le delibere e a cosa sia servito barricarsi su posizioni supportate anche da appositi comunicati stampa, l’ultimo dei quali diffuso a poche ore dall’assemblea pubblica.
La riunione pubblica, oltre ad aver raggiunto l’obiettivo di portare l’attenzione sulla tutela dell’uso civico dei Piani di Bobbio quale prezioso patrimonio collettivo, sembrerebbe aver raccolto il plauso di tutti. Per la prima volta dall’inizio del mandato anche il sindaco ha parlato di scelte amministrative di fronte alla popolazione in una sede ufficiale, portando la sua visione sul futuro del paese. L’oggetto su cui si è soffermato è stata la cosiddetta ‘autostrada‘, “che autostrada non è – ha precisato – in quanto normale tracciato a due corsie per due sensi di percorrenza, che ci sembra l’unica soluzione per risolvere il problema del traffico e far sì che Barzio non venga abbandonato”. Posizione non si può dire condivisa dagli intervenuti, tuttavia finalmente con una spiegazione.
Una serata di crescita e conoscenza – ha riconosciuto una rifugista di Artavaggio – che non si è concentrata solo sulle faccende barziesi. L’introduzione di Lello Bonelli, presidente del Wwf Lecco, ha portato a ragionare su come lo sviluppo economico non possa trascurare la sostenibilità ambientale. “Il Wwf invita a riflettere sui cambiamenti climatici. Nuovi impianti da sci, parcheggi, giostre in quota e innevamento artificiale non possono essere l’unico modo per crescere. Senza neve programmata l’industria non sta in piedi, e stiamo uscendo dall’inverno più siccitoso degli ultimi anni. Barzio deve guardare oltre al turismo mordi e fuggi. Per non essere superata da località più attrattive e meglio attrezzate sono necessarie nuove visioni, coraggiose. Altrimenti certe opere a 1.600 metri rischiano di diventare cattedrali nel deserto”. Il Wwf sa che Barzio vive di turismo “ma deve sapere scommettere sulla qualità della vita e su una offerta diversificata e sostenibile per l’ambiente”.
Di rispetto del territorio ha parlato anche Pierfranco Mastalli, decano di Legambiente, che ha ricordato come nella scorsa legislatura partecipò proprio a Barzio alla stesura del Plis, Parco locale di interesse sovraccomunale, che collega il Parco delle orobie bergamasche con il Parco della Grigna Settentrionale. “Una impresa unica in provincia, che vide lavorare bene maggioranza e minoranza per tutelare un bene prezioso e che i soli vincoli paesaggistici non garantivano con sufficiente sicurezza”.
A tornare sugli usi civici è stato Pietro Caverio, per due volte sindaco di Premana e attivista nella difesa dei torrenti premanesi dalla captazione idrica. “Gli usi civici hanno salvato i nostri torrenti, è stata una dura lotta ma quel contributo è stato fondamentale”. Caverio ha portato la sua esperienza pluridecennale e dagli alpeggi del paese delle lame ha toccato i tribunali e la politica “alta”. Ha spiegato che l’ambiente spesso paga l’ignoranza dei piccoli legislatori e il disinteresse della popolazione. Di estremo valore le testimonianze di Caverio sugli usi civici intesi come diritto comunitario “anche se la legislazione è talmente complessa e variegata che ancora non ho trovato una definizione precisa”, ha ammesso. “La Lombardia è la Regione con più usi civici – ha spiegato il premanese – eppure si è esautorato il Commissario per gli usi civici sino a cancellarne la figura. In Centro Italia invece ci sono associazioni che si sono fatte avanti riscattando il terreno gravato da uso civico per gestirlo per conto della comunità”. Per concludere con un insegnamento: “L’uso civico è storia della comunità, è stata la ricchezza dei nostri nonni, dei loro nonni e così via… Dove esiste va conservato e preservato“.
Diversi anche gli interventi della cittadinanza: chi su ‘autostrada’ e chi sugli usi civici, ognuno ha potuto esprimere le sue posizioni, esporre i propri dubbi e ricevere anche delle risposte. Presente, in attento ascolto, anche una importante rappresentanza di Itb – Imprese turistiche barziesi.
“I dettagli fanno la differenza – ha ribadito più volte Cesare Canepari, giornalista e cittadino barziese, relatore dell’inchiesta -. La mia formazione storica mi porta a leggere le carte senza trascurare nulla, e dove non posso arrivarci da solo o qualcosa non mi torna, come in questo caso, cerco spiegazioni in persone più qualificate di me. Esterrefatto dall’esito dell’indagine mi sono concesso la licenza di un appello, che felicemente decade dal momento che il vicesindaco ha riconosciuto una svista negli atti comunali”.
La vicenda ha sollevato grande interesse nei barziesi come si è visto dalla nutrita partecipazione di ieri sera e ha mostrato come sull’ambiente il territorio sappia attivarsi al di là dei confini comunali. Il prossimo passo per continuare a seguire da vicino la vicenda sarà la conferenza dei servizi di lunedì 11 aprile, pubblica, alle 10 in sala consiliare.
In pagina alcune delle diapositive utilizzate per presentare l’inchiesta