PARLASCO – Quest’anno è nella piccola Parlasco che la Valsassina si è riunita per festeggiare la Liberazione grazie alla volontà dell’Anpi di restaurare la cappelletta del soldato. Voluta da 18 amici, tra reduci e partigiani, e inaugurata il 1° luglio del 1953, l’edicola votiva raccoglie in quattro scene tutti gli orrori e le sofferenze del secondo conflitto mondiale.
“Nel congresso di novembre Beppe Amanti ha aperto una sottoscrizione per valorizzare la cappelletta – ha spiegato Angelo Pavoni, presidente dell’Associazione Partigiani locale – a cui tutta la sezione ha aderito con entusiasmo. Questo manufatto ricorda i fronti di guerra e i lager ed è unico nel nostro territorio, che ha pagato un tributo al nazifascimo di oltre 50 vittime”.
“A realizzare il restauro – interviene Amanti – una società specializzata, la Luzzana di Civate, ma dobbiamo ringraziare anche i proprietari del terreno privato su cui sorge la cappelletta che hanno accolto di buon grado la proposta”.
“In questa cappellina – le parole del sindaco di Parlasco Renato Busi – rivediamo i nostri papà, chi reduce e chi sopravvissuto. È un simbolo che deve rimanere nel nostro cuore per ricordarci come ha preso vita una Italia democratica”.
Tra i circa 500 internati militari valsassinesi anche il papà del presidente della Comunità Montana Fabio Canepari: “In questi anni grazie ad Angelo e Beppe ho conosciuto le vite e le tribolazioni di mio papà e dei tanti deportati. E la paura di parlarne a casa e in famiglia. È stata una buona idea quella di ripristinare questa cappelletta”.
Numeroso il pubblico come folta la schiera di sindaci, spronata da Augusto Giuseppe Amanti quando, ricordando l’ultimo partigiano valsassinese, Giancarlo Salvi, scomparso la scorsa settimana, ha proposto di cogliere l’occasione della Festa della Liberazione per donare ai 18enni una copia della Costituzione, un momento che proprio per volere di Salvi è diventato consuetudine tra i giovani barziesi.
C.C.
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