DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO DELLA 3ª DOMENICA DOPO PASQUA



Rileggendo oggi, alla luce della Pasqua, il Vangelo che la Liturgia ci propone, ci soffermiamo su due punti. Anzitutto, come intendere le parole di Gesù che dice: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”? Gesù, che aveva affermato di essere la luce del mondo, quando morì sembrava invece sommerso dalle tenebre; dice il Vangelo: “si fece buio su tutta la terra”.

Sembrava che avessero vinto la falsità, il tradimento, l’odio, l’ingiustizia e perfino chi affermava l’indifferenza e la lontananza di Dio da Gesù e da quanto stava accadendo.

Ma ecco che il giorno seguente, “di buon mattino, quando era ancora buio”, ma quando ormai le tenebre non potevano più contenere il nuovo giorno che stava per nascere, le donne accorse al sepolcro ricevono l’annuncio che Gesù è risorto: quella luce che Gesù affermava di essere, ha attraversato le tenebre e le ha vinte.

I discepoli testimonieranno di averlo visto risorto e vivo, ma con i segni della sua passione, così come lo ha visto e toccato l’apostolo Tommaso: la luce che è Gesù non cancella i segno della sua passione, ma li rende luminosi.

E’ la luminosità delle ferite di chi accetta di camminare dietro a Gesù portando la propria croce, e, attraverso l’apparente fallimento, giungere invece a una vita nuova.

E’ la luminosità di tante persone celebri o semplici, dei loro sacrifici apparentemente inutili, delle loro lacrime, del bene fatto senza alcuna ricompensa terrena: sono questi sacrifici e queste lacrime che, noi crediamo, partecipano della forza della Pasqua di Gesù e rinnovano il mondo.

Un secondo spunto che ci offre il Vangelo di oggi riguarda la parola “testimonianza”.

E’ bello vedere Gesù essere così chiaro discutendo con scribi e farisei, ma anche così sicuro di sé e fondare questa sua sicurezza sulla testimonianza che riceve dal Padre.

Quando sosteneva questa discussione, i suoi discepoli potevano solo fidarsi della sua parola, ma rileggendola ora, ne abbiamo conferma dalla sua Risurrezione, perché, come disse Pietro davanti al Sinedrio: “Quel Gesù che voi avete fatto crocifiggere, Dio lo ha risuscitato dai morti”: la Risurrezione di Gesù è la testimonianza più evidente ricevuta dal Padre riguardo alla verità della sua persona e della sua parola.

A questo modo il Padre e il Figlio si rendono testimonianza a vicenda e a noi Gesù dice: “Nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo”, invitandoci così a entrare con Lui in comunione con il Padre.

Don Gabriele
Vicario parrocchiale

 

 

 

 

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