CEMENTO AI PIANI DI PASTURO: C’È CHI PARLA DI RIGENERAZIONE URBANA, SPECULAZIONI E SPOPOLAMENTO



PASTURO – Come spesso accade quando un tema coinvolge la nostra Valle, le reazioni sui social non sono le uniche a evidenziare l’interesse per un argomento. Anche la posta di redazione infatti inizia a riempirsi di lettere e opinioni. Stiamo ovviamente parlando del via libera all’edificabilità sulla piana di Pasturo, fino a ieri area di esondazione del Pioverna ma su cui ora sembrano mutare le attenzioni.

Quelle che proponiamo sono due lettere, diverse tra loro ma importanti nell’aggiungere qualcosa al dibattito che si sta creando. Nella prima si parla di capannoni dismessi e rigenerazione urbana, nella successiva si guarda alla Svizzera e al Trentino, al turismo e alla speculazione.

 

In merito all’articolo Piana di Pasturo, Largo alle edificazioni osservo quanto segue:
L’approvazione della variante dello studio di perimetrazione dell’area a rischio idraulico del torrente Pioverna da chi è stato commissionato? Non certamente dal Comune di Pasturo.

Ora prima di prendere questa decisione occorre verificare se le osservazioni qui sotto riportate sono state prese in considerazione dal Sindaco e dagli Uffici Tecnici comunali, infatti;
1. La Provincia di Lecco si è dotata di documentazione appropriata circa il tema della rigenerazione  urbana (Arch. Guastamacchia) in base alle leggi regionali n. 31/2014 e sul consumo del suolo con legge n. 18/2019.
2. Occorre la volontà politica perché i comuni della Valle – compreso Pasturo – si allineino su questi indirizzi dati dalla Regione e Provincia di Lecco.
3. Il Sindaco e consiglio comunale di Pasturo hanno la volontà per utilizzare questi indirizzi ed indirizzare le capacità imprenditoriali sull’utilizzo dei diversi capannoni dismessi sulla piana e non consumare ulteriore suolo?

Il territorio, se si consuma non si rigenera più, caro Sindaco abbi la forza di indirizzare l’utilizzo dei capannoni dismessi.

Un ex consigliere comunale

 

Rimango colpito dalla volontà di trasformare i pochi prati disponibili in qualcosa di commerciale.

Basta spostarsi qualche chilometro a Nord per vedere e toccare con le proprie mani il microtessuto commerciale dei paesini Svizzeri composto da innumerevoli piccole attività che danno socialità, lustro e commerci in ciascun paese, lasciando immacolato e preservando il paesaggio circostante che diventa il fulcro dell’attrazione. Mai stati a Gruyere ? Anche noi abbiamo i formaggi come loro, ma fate un salto lì per vedere come si organizza un’ambito turistico.

Guardate invece i Piani di Pasturo dall’altipiano o dalla Fola e vedrete capannoni e cavi elettrici mentre la quantità di prati lasciati liberi da insediamenti produttivi e commerciali sono limitatissimi.

Se il turismo di prossimità è la nuova moda, e si pensa di sfruttare ulteriormente questa temporanea transumanza di auto e gitanti, diversi paeselli dell’altopiano e di interno valle si spopoleranno ancor di più, svuotando di interesse l’intera area per tutti i livelli, dai residenti agli artigiani, ai piccoli commercianti.

Guardiamo in faccia alla realtà. Anche a Monza il fantastico centro commerciale di Auchan dopo un paio d’anni di esercizio è stato abbandonato con il suo scheletro di cemento. Non è demagogia, sono questioni di mercato. Eh si perché in queste speculazioni ci guadagna chi costruisce poiché chi esercisce le attività spesso e volentieri non riesce a coprire i costi con il conseguente abbandono della struttura.

Questo è un territorio sul quale le attività devono lavorare tutto l’anno e non solo nel week-end distruggendo il microcosmo delle varie attività locali. Si pensi alla socialità e al valore aggiunto generati dai negozietti sotto casa, dove anche l’anziano proprietario può continuare a lavorare se lo sceglie, poiché nessuno lo allontanerà dalla sua attività.

Quante migliaia di metri cubi di costruzioni commerciali sono state realizzate a Lecco e sono ancora completamente vuote ed in parte lo sono sempre state, pur rimanendo li presenti ed inutilizzate?

Girate per i paesi della valle e contate quanti cartelli “Vendesi” ci sono e fate un salto a Corvara o in zona Dolomiti per comparare: troverete differenze abissali. Cosa vuol dire? Che il turismo e il valore del bene crescono, mentre in Valsassina diminuisce e la gran parte vuol vendere. Guardate il trend dei prezzi al mq in Valsassina e comparateli con il Lago o con altre località di montagna delle Dolomiti; la gente vuole “il bello e sano” non ore di code in auto per salire o scendere dalla valle.

Siamo in controtendenza: la valle si sta spopolando di residenti e di lavoro vero (non avventizio, a chiamata ecc…), chiudono gli sportelli bancari, chiudono gli uffici postali, chiudono gli studi dei medici, ma di contro si pensa di rivitalizzare l’ambiente con un Centro Commerciale solo perché il Pioverna non esonderà più?

Non è meglio agevolare abbellimenti del territorio, dei giardini, delle facciate, manutenzionare quanto esistente (guardate la ciclabile che in vari tratti è abbandonata, nessuno sfalcia l’erba ed è incompleta sin da quando è stata aperta), diventare attraenti con servizi funzionanti, nolo bike (anche questo c’era ma….), navette per dare continuità alla ferrovia ecc…o i comuni pensano di diventare ricchi o di sopravvivere con gli oneri di urbanizzazione o con le IMU dei ruderi?

Lettera firmata

 

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