CHE SERATA A BARZIO: “COSI SALVAMMO BALISIO DAI RIFIUTI TOSSICI”. OTTIMO LAVORO DELLA ‘FUCINA’ SU MAFIA E MALA POLITICA



BARZIO – Se il canalone di Balisio venne messo “in sicurezza” dalla Regione Lombardia con un vincolo “ferreo” (ce ne fossero così, anche altrove in Valsassina – ndr) e tutt’ora rimane intonso, paradossalmente lo si deve allo spavento ingenerato dal progetto di trasformare quel bel luogo in una discarica per rifiuti tossici e nocivi, appunto una trentina di anni fa.

I fatti sono degli anni ’90 dello scorso secolo, la ricostruzione puntuale, precisa e appassionante si deve all’associazione ‘La Fucina’ che ha organizzato una serata di forti emozioni nel cortile del municipio di Barzio, venerdì.

Occasione non casuale, il trentennale della strage di Capaci da parte della mafia. E proprio di stampo mafioso erano il traffico e lo stoccaggio di rifiuti – a quel tempo e purtroppo a tutt’oggi. Il progetto Balisio, nato a Ballabio e stoppato all’ultimo, venne bloccato grazie soprattutto allo splendido lavoro “corale” della Comunità Montana, allora guidata dal presidente Alvaro Ferrari che col suo vice del momento Gianfranco Magni è stato protagonista della serata barziese.

Con loro il giornalista Cesare Canepari, animatore de ‘La Fucina’, il collega de il Giorno Daniele De SalvoAlberto Bonacina referente provinciale di Libera e attore che ha portato in scena il romanzo “Per questo mi chiamo Giovanni”, racconto della vita di Giovanni Falcone insieme alla cantautrice Sara Velardo – a sua volta ospite con chitarra e voce dell’iniziativa di ieri.

Che c’entrano dunque Capaci e Balisio, la mafia stragista siciliana e quella dietro i traffici illeciti, infiltrata nella società civile e nell’economia e finanza di allora e di oggi nel lecchese e in Lombardia? Molto.

Il filo rosso dell’attività della malavita organizzata in tempi e luoghi diversi, di avvertimenti e sotterfugi, politica compiacente e spesso complice si è dipanato per due ore – appassionando un pubblico attento che ha spesso applaudito parole e suoni, ricostruzioni e approfondite slide.

Un incontro utile e importante, di quelli che si vedono raramente nei nostri territori e – ahinoi – quasi mai in Valsassina.

Nei prossimi giorni torneremo sulla serata barziese, con altri dettagli importanti e spesso inediti sull’operazione Balisio – per la quale va segnalato, come fatto nell’occasione dal duo Ferrari-Magni – l’assoluta unità di intenti di una assemblea della Comunità Montana che all’epoca era formata da oltre ottanta rappresentanti (tre per ciascun Comune della C.M.) oltretutto a loro volta “frastagliati” per appartenenza politica a partiti differenti, molti dei quali non più esistenti al giorno d’oggi.

Il loro voto unanime contro il progetto di discarica a Balisio (territorio al centro di un piano territoriale ancora fortunatamente di competenza di quell’ente montano, con Ballabio che si era appositamente trasferita nell’altra C.M.) contribuì fortemente a risparmiare il canalone, all’alba di inchieste che portarono alla luce il malaffare del riciclaggio mafioso di rifiuti e denari da questi derivati in tutta la Lombardia.

Al termine della serata, Gianfranco Magni ha consegnato all’associazione promotrice il dossier originale della Comunità Montana Valsassina risalente agli anni Novanta, decisivo per la sconfitta del progetto tossico-nocivi a Balisio. E la ‘Fucina’ si è subito impegnata a divulgarlo pubblicamente – a futura memoria, perché come dire “faccia testo” nella speranza che azioni coraggiose come quelle non abbiano a doversi ripetere.

S. T.

 

 

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