BINDO (CORTENOVA) – Se n’è andato qualche giorno fa, a poco dal compimento dei 100 anni, Alessandro Ambrosini, l’ultimo deportato valsassinese nei lager nazisti.
Al suo funerale, celebrato ieri, è intervenuto Beppe Amanti, instancabile factotum di tante iniziative in favore della conservazione della memoria storica.
Ecco le sue parole in ricordo di Ambrosini:
“Oggi salutiamo l’ultimo degli oltre 400 Valsassinesi deportati in Germania nei lager nazisti.
Dopo la recente scomparsa dell’ultimo partigiano Valsassinese, Giancarlo Salvi di Primaluna, ci lascia anche l’ultimo “resistente senz’armi” della Valsassina che ha detto NO alle lusinghe della Repubblica sociale italiana di Mussolini.
Alessandro e la sua famiglia avevano già sofferto il dramma della guerra con la morte del fratello Carlo, prigioniero in India, deceduto il 5 gennaio 1941.
Dopo l’armistizio Alessandro riesce ad abbandonare il proprio reparto e il 12 settembre 1943 raggiunge la sua famiglia a Cortenova dove rimane sbandato.
Viene catturato nel drammatico rastrellamento del 23 ottobre 1944 da parte delle Brigate Nere, trasferito presso il carcere di San Vittore a Milano e, dopo pochi giorni, deportato in Germania nel campo di prigionia di Neukolln Berlino e costretto ai lavori forzati.
Viene liberato dall’Armata Rossa ai primi di maggio del 1945 e rimpatriato il 16 ottobre.
Ricordo con piacere l’intervista, rigorosamente in dialetto, organizzata con il giornale Valsassinanews in occasione del suo 97esimo compleanno e il 27 gennaio 2020, giorno della memoria, quando ha ricevuto la Medaglia d’onore del Presidente della Repubblica da parte del Prefetto di Lecco.
A nome di tutti gli iscritti, mio personale e di Angelo Pavoni presidente dell’associazione nazionale partigiani italiani sezione Valsassina, porgiamo le più sentite condoglianze e ci uniamo con affetto al dolore dei familiari.
Ciao Alessandro”.
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È seguita la lettura della “preghiera del ribelle“ di Teresio Olivelli. Presenti alle esequie tanta gente presente e diverse associazioni d’arma.
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