DON GABRIELE COMMENTA IL VANGELO/SECONDA DOMENICA DOPO PENTECOSTE



La Parola di Dio di questa domenica ci parla della grandezza di Dio creatore dell’intero universo: così dice soprattutto la prima lettura. Paolo, nel brano di lettera ai Romani, ci dice che c’è come una solidarietà fra la natura e l’uomo: nella caduta e nella redenzione. Gesù, nel Vangelo, ci parla della provvidenza del Padre verso tutte le sue creature: gli uccelli del cielo e i giglio del campo, e ci invita a confidare che farà ancora di più per noi. Le parole di Gesù non sono certo un invito alla negligenza, ma a non avere una preoccupazione ansiosa per le necessità materiali della nostra vita.

È certamente un equilibrio difficile da raggiungere fra il lavoro e la fiducia nella Provvidenza: non si tratta di essere creduloni e di aspettarsi tutto dalla Provvidenza, ma un modo vero di essere religiosi ci spronerà a fare tutto quello che è in nostro potere, ma senza affanno, perché sappiamo che c’è un Padre che ha cura di noi.

Il Vangelo di oggi è come una verifica della nostra fede: siamo uomini in carne e ossa e quando ci viene a mancare qualcosa per la vita materiale nostra o delle nostre famiglie,

subito ci affanniamo e comprendiamo quanto sia difficile dire con convinzione e fiducia la preghiera del Padre nostro: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”.

Abbiamo bisogno delle parole di Gesù, che sa vedere, oltre le nostre fatiche del vivere quotidiano, la cura del Padre che ci accompagna e si prende delle sue creature e ancor più di noi.

Conclude Gesù dicendo: “Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta”.

Sembrano parole belle quelle di Gesù in questo Vangelo, ma non concrete.

Sembrano anche parole che esprimono una sfida: può essere che lavorando per il regno di Dio e la sua giustizia, ben diversa dalla nostra, riceviamo in aggiunta i beni materiali di cui abbiamo bisogno?

Con la nostra mentalità materialista, anche chi ha fede fa fatica a vedere oltre la facciata delle cose e a riconoscere negli avvenimenti terreni la Provvidenza di un Padre.

Intanto però viviamo non solo sui sacrifici e sul lavoro nostro, ma anche sfruttando quello di intere generazioni che hanno lavorato con non minore fatica di noi, ma con più fede, credendo alla Divina provvidenza e cercando anzitutto il Regno di Dio e la sua giustizia.

Se non si costruiscono il regno e la giustizia di Dio, non si costruiscono neppure quelli dell’uomo.

 

Don Gabriele
Vicario parrocchiale

 

 

 

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