BARZIO – Il barocco senza Bach e un messaggio universale di pace. Due le sfide nel concerto di inaugurazione della 50ª Rassegna Organistica Valsassinese, decisamente vinte da uno tra i migliori organisti del panorama mondiale, lo statunitense Nathan Laube.
Preludio, fuga e postuludio di George Böhm hanno aperto il concerto rendendo subito evidente il talento di Laube, ma il virtuosismo della star venuta da oltreoceano ha trovato forse la miglior espressione nelle Variations Serieuses di Felix Mendelssohn. Una travolgente trascrizione per organo dello stesso Laube, non facilmente riproponibile da altri.
A chiudere la prima parte del concerto, dedicato a Bach e al barocco – stile che meglio si adatta al Mascioni di Barzio, sebbene resti unico per le innovazioni volute alla sua costruzione – un eccellente Te Deum laudamus di Dietrich Buxtehude sul quale Laube ha danzato incantando la folta platea di Sant’Alessandro.
La seconda parte, contemporanea, è stata scelta per essere un messaggio di pace e fraternità. Due compagni di conservatorio dei primi anni del Novecento, Jehan Alain e Maurice Duruflé, il primo dalla riconosciuta genialità, celebre per stili orientali e surreali, morto in guerra a soli 29 anni, il secondo dalla lunga carriera, e che all’amico caduto dedicò una delle sue composizioni divenute più celebri.
Di Alain si sono ascoltati Litanies, Variations sur un théme de Clement Jannequin, Première Fantasie e Duxième Fantasie; di Duruflé il commovente Prelude et Fugue sur le nom d’Alain. Brani di non agile ascolto per l’orecchio ‘classicista’ ma che Laube ha eseguito con trasporto e rara abilità. Decisamente meritati i lunghi minuti di applausi.
Un altissimo momento di musica quello offerto dalla Rassegna Organistica Valsassinese, il primo dei 25 concerti che accompagneranno l’estate del 50esimo anniversario.
C. C.