OGGI “BRICIOLE DI STORIA VALSASSINESE” A CORTABBIO. TRA ADULTERI, CONCUBINE E UNIONI DI FATTO “D’EPOCA”



PRIMALUNA – Stasera  3 agosto alle 20:45 si terrà nella biblioteca di via Umberto I 6 a Cortabbio di Primaluna la conferenza “Briciole di storia Valsassinese. Gossip, curiosità e aneddoti“.

L’iniziativa, che prevede anche la proiezione di diapositive, è organizzata dalla locale associazione degli “Amici della Torre” in collaborazione con la Biblioteca di Primaluna.

Relatore sarà Marco Sampietro (foto a destra), che ci ha cortesemente inviato una “succosa” sintesi della conferenza di mercoledì:

Su giornali e riviste e in trasmissioni televisive non si fa altro che parlare quotidianamente di gossip, una parola inglese che, ahimè, sta impoverendo la nostra lingua sostituendo e accorpando espressioni un tempo comuni che non si usano più per pigrizia.

Non si “spettegola” più, non si fanno più “chiacchiere malevole”, non si rivelano “indiscrezioni”, non si dicono “maldicenze”, ma si fa sempre e soltanto gossip. Ad ogni modo, da che mondo e mondo, a salire agli onori della cronaca sono proprio queste notizie frivole e piccanti, che non risparmiano neppure la Valsassina dei secoli passati.

Nonostante la castigata seppur apparente integrità morale della valle, messa seriamente in pericolo dai lanzichenecchi prima e dal duca di Rohan poi, in realtà “dietro le quinte” accadeva di tutto e di più. Basta spulciare con un po’ di pazienza e con un pizzico di fortuna i registri anagrafici parrocchiali per imbattersi in veri e propri casi di gossip.

Gian Giacomo Medici - WikipediaIl caso più eclatante è quello del mistero della presunta sorella del noto e spregiudicato marchese avventuriero, Gian Giacomo Medici detto il Medeghino (Milano, 1497/1498-1555), fratello di papa Pio IV, nonché zio di S. Carlo Borromeo, in quanto figlio della sorella Margherita. Figli naturali erano quasi all’ordine del giorno. Altrettanto le avances – più o meno ricambiate – di uomini prepotenti che si ritenevano i bellocci della valle e che non esitavano, spalleggiati da servi “poco timorati di Dio e sprezzatori della giustizia”, a soddisfare i loro desideri facendo il bello e il cattivo tempo.

Il pensiero corre subito a don Rodrigo di manzoniana memoria che, dopo essersi infatuato di Lucia, la vorrebbe a tutti costi come sua concubina. Frequenti erano poi le unioni di fatto tra individui già sposati (bollati come adulterini) o con le cosiddette concubine, non di rado appositamente “assunte” per garantire discendenza a ricchi possidenti privi di figli dai loro matrimoni ufficiali. 

Curiosa e misteriosa è la storia di don Giovanni Rupeforte, oriundo del sobborgo di Saint-Denis in Parigi: bandito dalla diocesi di Tortona, finì – non si sa come, quando e perché – in quel di Pagnona nella verde Valsassina dalla quale fuggì nottetempo prima che arrivasse S. Carlo Borromeo in visita pastorale. 

C’è il caso di un fonditore di campane lorenese a Taceno nel 1634. Una vera e propria ‘chicca’ riguarda il pittore fiorentino Luigi Reali di cui però non vogliamo anticipare nulla. Altre novità riguardano la zia valtellinese di Alessandro Manzoni, il Florilegio di Voci Valsassine raccolto da don Luigi Arrigoni ed edito da Carlo Salvioni, nonché il misconosciuto Supplemento (un fascicolo di 8 pagine, a firma sempre di don Arrigoni) stampato successivamente all’uscita del volume.
E per finire una nota pozziana inedita.

RedCult

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