Un notabile aveva interrogato Gesù su cosa doveva fare per avere la vita eterna, e Gesù, dopo avergli ricordato l’obbedienza ai comandamenti, lo aveva invitato a vendere quello che aveva, a distribuirne il ricavato ai poveri e poi a seguirlo. Davanti a quelle parole, quell’uomo divenne molto triste e se ne andò, e Gesù concluse come abbiamo sentito nel Vangelo: “Quanto è difficile per quelli che possiedono ricchezze entrare nel Regno di Dio: sarebbe più facile ad un cammello passare per la cruna di un ago”. Ancora una volta emerge la logica del Vangelo: rinunciare per avere, perdere per vincere.
Non è la proposta, come oggi viene chiamata, della decrescita felice per risolvere i problemi della crescita demografica e dell’ecologia; la proposta di Gesù è fatta per seguire Lui e in vista del Regno.
Neppure è solo una questione di lasciare dei beni materiali; si tratta di lasciare anche la sicurezza della nostra bravura.
Molto bella, a questo riguardo, è la preghiera di Salomone ascoltata nella prima lettura, in cui, riconoscendosi “appena un ragazzo”, domanda la saggezza per governare bene il popolo, e Dio gli concede, oltre alla saggezza richiesta, anche ricchezza e gloria.
Come pure abbiamo sentito nel Vangelo come a Pietro che gli chiedeva: “E noi che abbiamo lasciato tutto per seguirti, cosa ne riceveremo?”, Gesù rispose: “Riceverete molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà”.
È bello anche notare come umiltà e distacco dai beni terreni siano condizioni che favoriscono l’avere cura di un popolo e della fraternità.
Gesù, nella sua promessa finale di vita eterna, ci fa capire che la docilità del cuore e il non attaccamento ai beni terreni e alla propria gloria sono anche la condizione per poter entrare nella vita eterna, che è vita di comunione e di amore con Dio e con tutti.
Mentre ogni comportamento contrario alla fraternità e all’umiltà ne è escluso.
Se ogni governante piccolo o grande facesse propria la preghiera di Salomone, se pregasse così ogni genitore o educatore, se sapessimo seguire Gesù non nella indifferenza dei beni terreni perché sono anch’essi necessari alla vita, ma con la libertà del cuore e delle cose… Questa è la strada che Gesù oggi ci indica per rendere bella la nostra vita di comunità e comunque per rendere libera e gioiosa la nostra vita personale.
Don Gabriele
Vicario parrocchiale